Siamo alle solite. I riali e ruscelli del Ticino troppo spesso diventano i ricettacoli per ogni tipo di inquinante industriale, per negligenza o desiderio di risparmio. 

Il vero problema sono infatti le sanzioni, talmente modeste da non fungere da deterrente. Talvolta la sanzione è addirittura minore della tassa per uno smaltimento corretto. 

Non basta la multa a chi causa il danno, andrebbe imposto anche l’obbligo di ripristino. Nel caso odierno, ci si era sufficientemente premuniti contro il rischio?

Stiamo parlando del caso di inquinamento comunicato oggi dalla polizia cantonale a Sant’Antonino che dovrà accertare l’esatta dinamica dell’accaduto. Infatti in via Essagra, presso un’azienda specializzata nella produzione e vendita di materie prime di fermentazione e prodotti finiti naturali, utilizzati nel settore farmaceutico c’è stata una perdita di acido solforico causa la rottura di un tubo. Anche se le cause sono ancora da stabilire, parte dell’acido dalla vasca di contenimento si è riversato nel vicino ruscello in cui c’è stata la moria di pesci. Sono in corso operazioni di contenimento e neutralizzazione dell’inquinante. 

Siamo orami abituati a collegare queste tristi notizie al Pian Scairolo e alla Piana del Vedeggio. Che il Piano di Magadino si stia “scairolizzando”?

 
Verdi del Ticino

Samantha Bourgoin