L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo di Vladimir Putin ha scatenato una guerra in Europa dalle conseguenze drammatiche e pericolosissime per il mondo intero. Quella che voleva essere una “guerra lampo”, si sta rivelando una vera carneficina. Come sempre è la popolazione che paga il prezzo più alto, con bombardamenti continui e disumani su obiettivi civili: ospedali, scuole, abitazioni, … Nel delirio dell’esercito invasore è stata colpita la centrale nucleare di Zaporizhzhia (la più grande di tutta l’Europa e la quinta a livello mondiale) e problemi vengono pure segnalati a Chernobyl. Migliaia di civili sono stati uccisi o sono imprigionati in città e paesi assediati dai carri armati russi, senza ormai più mezzi di sopravvivenza a disposizione. L’ONU parla di oltre un milione e mezzo di civili già arrivati in Polonia e descrive il dramma in corso come “la crisi di profughi più veloce in Europa dalla seconda guerra mondiale”. Impressionante è il numero di persone in fuga all’interno dell’Ucraina. Solo da Kiev, capitale accerchiata, si parla di due milioni di civili che cercano di fuggire, di cui la metà sono dei bambini! La Svizzera e il Ticino non fanno eccezione a questo esodo. Il Consiglio Federale stimava gli arrivi a 1000 rifugiati a settimana, ma queste cifre saranno largamente superate. In Ticino sono già alcune centinaia, in gran parte donne e bambini. È drammatica pure la realtà in Russia per gli oppositori alla guerra scatenata da Putin. La dura censura non permette di avere dati precisi, ma si contano a decine di migliaia gli arresti di persone che hanno manifestato la loro contrarietà all’invasione. Poco o nulla si sa delle loro condizioni di detenzione e manca qualsiasi diritto democratico per difendersi da accuse quali la “diffusione di notizie contrarie all’interesse nazionale” oppure semplicemente la “diffusione di menzogne”. Della guerra nessuno parli! In questo quadro che potrebbe evolvere anche rapidamente e coinvolgere altre nazioni e altri popoli, trasformando questa guerra in un conflitto di ben più vaste proporzioni, il Comitato contro la guerra in Ucraina vi invita a manifestare sabato 19 marzo a Bellinzona (partenza dalla Stazione FFS). Questa guerra ci concerne tutte e tutti, far sentire la nostra voce è un dovere e un diritto!

  • Ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino
  • Sostegno alla popolazione ucraina
  • Solidarietà con gli oppositori russi alla guerra di Putin
  • Accoglienza per tutti i profughi che necessitano aiuto
  • Blocco di tutti i beni legati al regime russo in Svizzera

Prendi contatto con il comitato, partecipa alle sue attività, scrivendo a: ticinonoallaguerra@gmail.com