Nucleare o solare: costo, risparmio o investimento?
Il modo più semplice per risparmiare energia (e denaro) è non consumarla. Una banalità che va ribadita, visto il vasto potenziale inespresso in questo ambito. Due esempi: con l’illuminazione pubblica LED Locarno ha ridotto il consumo energetico e i costi di manutenzione di più del 50%, risparmiando oltre 120 mila franchi l’anno. All’autosilo di Largo Zorzi, senza nessun investimento, regolando l’intensità di 400 corpi illuminanti si sono abbassati consumi e costi del 25%. Minore è il fabbisogno energetico, più facile è coprirlo con energia locale da fonti rinnovabili; i risparmi possono essere investiti in impianti di produzione.
La differenza tra costi e investimenti è chiara: impianti che rendono dipendenti da forniture esterne rappresentano un costo a vita sull’ammontare del quale non abbiamo controllo; soldi che finiscono all’estero (circa 22 miliardi l’anno; 11 mila CHF per famiglia di quattro persone); in caso di energia non rinnovabile il costo è anche ambientale, sanitario e sociale. Il nucleare, oltre a rappresentare una terribile minaccia in caso di incidente, causa costi miliardari per lo smantellamento delle centrali e lo stoccaggio del materiale radioattivo in costosissimi depositi, che nessuno vuole, per i prossimi millenni. Il fotovoltaico rappresenta una rivoluzione che permette a Comuni, aziende e privati di divenire produttori di energia, trasformando quello che era un costo in un investimento e un introito, creando un’eccezionale quanto fondamentale collaborazione e condivisione fra la cittadinanza.
Nel 2012, ho installato un impianto fotovoltaico che manda l’energia in rete con una resa economica annuale dell’11% del capitale investito. L’anno scorso con un secondo impianto, un RCP (Raggruppamento di Consumo Proprio) e un’accumulazione, ho ridotto del 45% i miei costi energetici. Complessivamente produco ora più del 130% del fabbisogno privato e aziendale. Con l’autoconsumo e l’immissione in rete dell’energia inutilizzata contribuisco a economizzare acqua nei bacini idroelettrici riservandola per l’inverno. Il fotovoltaico copre oltre il 10% del fabbisogno svizzero di elettricità, mentre a Locarno siamo al 20%, contribuendo alla sicurezza energetica invernale. L’obbiettivo è quintuplicare la produzione nei prossimi dieci anni anche grazie alla Legge sull’energia, in votazione il 9 giugno, che incentiva la transizione energetica.
Risparmio energetico, coibentazione degli edifici, impianti di riscaldamento efficienti (termopompe) e produzione locale rinnovabile sono strade da percorrere senza indugio creando indotto economico sul territorio, per investire in un futuro in cui brillare di luce propria, sicura e pulita.
Di Pierluigi Zanchi, Municipale Locarno