La tanto temuta scarsità di energia elettrica fortunatamente finora non c’è stata. Le temperature miti e gli stock pieni di gas hanno contrastato i timori di carenza energetica di inizio inverno.

Allora tutto bene? Possiamo continuare come se nulla fosse? Credo proprio di no. Anzi, ragione di più per avanzare con la svolta energetica a passi spediti. Attenzione però a non sacrificare la protezione dell’ambiente e della biodiversità sull’altare di soluzioni prese alla leggera e dettate dall’urgenza e dalla paura.

In Svizzera la superficie presente nell’attuale parco immobiliare basterebbe per produrre abbastanza elettricità per il consumo domestico. Bisogna focalizzarsi su misure che favoriscano la produzione di energia solare e implementarle in tempi rapidi. Queste misure vanno accompagnate da un miglioramento della rete per compensare le oscillazioni stagionali del fotovoltaico e garantire lo stoccaggio dell’esubero produttivo estivo, in modo da utilizzarlo in inverno.

Lasciare la porta aperta al nucleare non è opportuno vista la mancanza di una soluzione riguardo allo stoccaggio delle pericolose scorie radioattive e i lunghissimi tempi di realizzazione di nuove centrali. Inoltre ricordo che l’indipendenza dall’estero con questa tecnologia non viene raggiunta: l’uranio non è presente nel nostro paese.

Cosa può fare il cantone? Incentivare il risanamento degli immobili, promuovere l’istituzione di un centro di competenza sulle filiere necessarie al risanemento ecologico degli immobili, esigere il rinverdimento dei tetti piatti come già richiesto nei piani regolatori di alcuni comuni.

Queste sono alcune iniziative che se sarò eletto, mi impegnerò affinché si realizzino.

 

Fabrizio Tarolli, candidato n. 82

Verdi del Ticino