Di fronte all’aumento delle persone costrette a ricorrere all’assistenza (fra cui i giovani), l’UDC/Lega locale, invece di portare proposte per migliorare la situazione, si accontenta di sapere chi prende i sussidi, distinguendo in base all’origine.


Il tenore dell’interpellanza presentata dai consiglieri Guscio e Minotti volta a conoscere i dati dettagliati relativi all’assistenza sociale è perlomeno inquietante in quanto, con il  pretesto di preoccuparsi delle finanze cittadine, chiedono né più né meno una lista nera di coloro che in Città beneficiano dell’assistenza sociale.

Senza andare troppo per il sottile, gl’interpellanti puntano il dito in particolare verso gli stranieri (e tè pareva…), formulando domande tendenziose al Municipio atte a scovare se eventualmente questi soggetti fossero rei di essere finiti in assistenza percentualmente più dei “noss” (in realtà a Bellinzona le richieste degli svizzeri (219) ed europei (104) superano quelle degli stranieri su 392 persone seguite).

Ma non basta, gli interpellanti chiedono la distinzione tra stranieri, svizzeri e naturalizzati. Categoria quest’ultima che dal punto di vista demografico non dovrebbe di fatto esistere, ma probabilmente, dal loro punto di vista, prima di richiedere l’assistenza le persone dovrebbero presentare a Guscio e a Minotti il proprio estratto dell’albero genealogico.

Certamente del fatto che queste persone, svizzere, naturalizzate o stranieri che siano, sono persone come noi, che vivono nella nostra realtà e che spesso e volentieri sono le fasce più deboli e più vulnerabili del sistema, agli intrepidi interpellanti non sembra importare.

Il fatto che parecchi giovani non riescano più a finire una formazione o che non riescano a entrare nel mondo del lavoro non suscita in loro alcuna domanda ulteriore. Più facile certamente puntare il dito e dare la colpa a un concetto a loro tanto caro come lo sono gli stranieri.

In realtà questa locomotiva del progresso, mito della crescita, lascia sempre più esseri umani ai margini. Una società moderna e solidale non dovrebbe infierire inasprendo ulteriormente l’accesso all’aiuto per questi nuovi poveri. Ma dovrebbe agire a livello politico con intervento di supporto mirato e personalizzato. Questo sì che la Città lo potrebbe fare.

Le cifre sull’assistenza segnalano una chiara tendenza ascendente ma appuntare una stella gialla sulle case dei beneficiari e allestire liste nere non aiuterà a risolvere il disagio sempre più percettibile, anzi fomenterà ulteriormente il gelido vento xenofobo che già soffia da qualche tempo sulla Turrita proseguendo su quella linea già individuata  in occasione della recente mozione degli stessi soggetti che chiede il voto segreto sulle naturalizzazioni al fine di poter ancora meglio tirare il sasso nascondendo la mano.

 

Daniele “Dede” Bianchi
Ronnie David

per i Verdi di Bellinzona