La violenza domestica è un problema diffuso anche in Svizzera. Nel suo ultimo rapporto annuale, l’Ufficio federale di statistica (Ust) ha rilevato I seguenti dati assai preoccupanti:

Nel 2019 la polizia ha registrato 19’669 reati in materia di violenza domestica, contro i 18’522 del 2018. Si tratta di un aumento del 6,2% tra i due anni.

La maggior parte dei reati di violenza domestica registrati riguardano vie di fatto (32%), minacce (22%), ingiurie (19%) e lesioni semplici (10%). La metà ha avuto luogo in una relazione di coppia e il 28% in una relazione di ex-coppia. In entrambi i casi, un po’ più di tre quarti dei feriti erano donne.

Nel 2019, il 63% dei 46 omicidi commessi in Svizzera è stato conseguenza di violenza domestica. Di questi 29 omicidi (+2 rispetto al 2018) 14 vittime erano donne.

Il numero totale dei reati di violenza domestica è invece aumentato quasi regolarmente dal 2009. Il rapporto tra i sessi è di circa tre quarti di uomini e un quarto di donne.

Purtroppo non è facile prevenire e intervenire nei casi di violenza domestica. Proprio per il complesso di inferiorità conseguente agli abusi costanti, le vittime raramente denunciano, e se individuate spesso difendono il persecutore, perché sono state condizionate a ritenere che la violenza sia una forma d’amore e perché la loro autostima è talmente bassa da convincerle che non potranno farcela senza il loro partner.

Secondo l’esperto psichiatra e psicoterapeuta Michele Mattia, per aiutare le donne a reagire, è necessaria una forte campagna sociale di comunicazione e sensibilizzazione, che da un lato le renda consapevoli della loro condizione e le aiuti a reagire, dall’altro sensibilizzi i membri della famiglia e gli amici ad aiutarle. Gli enti pubblici dovrebbero perciò creare una campagna di divulgazione rivolta a tutti i cittadini per stimolare l’attenzione alla piaga delle violenze domestiche e aiutarli a riconoscere le vittime. Bisognerebbe inoltre creare una sorta di vademecum con i consigli per tutta la famiglia in caso che la violenza venga riconosciuta.

Sulla base di queste informazioni poniamo al Municipio le seguenti domande:

  • Può il Municipio fornire dati statistici locali sul reale numero di donne che vivono una relazione domestica in cui sono maltrattate o trattate violentemente da parte di uomini?
  • Il Comune ha un programma di educazione e/o di prevenzione alla violenza psicologica e fisica verso le donne? Se si quale?
  • Esiste un protocollo globale e integrato, che coinvolge le organizzazioni attive sul campo e già presenti sul territorio?
  • Quali uffici dell’amministrazione comunale sono responsabili per le questioni della violenza contro le donne e delle vittime di violenza domestica?

Il Municipio è disposto a migliorare la comunicazoine alla cittadinanza per prevenire la violenza, le discirminazioni e gli abusi sulle donne? A educare al rispetto dei diritti umani, i diritti di tutte e di tutti attraverso pubblicazioni mirate ed azioni specifiche sul territorio?

Con Stima,

Baig Mirza Usman (primo firmatario)
Bomio Amichi Beatrice
Meier Elena
Bernardi Tobia
Lungo Domenico
Talarico Rosario