La Sezione dei Verdi di Mendrisio ha preso atto del Comunicato stampa del Municipio di Mendrisio del 26 settembre 2019 e comunica quanto segue:

1.    il ritiro del messaggio è un fatto positivo, peraltro chiesto dal gruppo dei Verdi in più occasioni, ed è un atto indispensabile date le gravissime lacune che caratterizzano la variante e che avevano spinto i Verdi a chiederne la sua modifica radicale già nel 2017, tramite le osservazioni del 17 luglio;  

2.    è da stigmatizzare comunque il fatto che il ritiro sia avvenuto dopo un anno di discussioni in seno alla Commissione della pianificazione e a un giorno dalla firma dei rapporti commissionali, con quello di minoranza,  già consegnato, allestito dal commissario dei Verdi dopo un lavoro di approfondimento di diversi mesi;

3.    si chiede che la nuova variante rispetti i principi pianificatori che erano violati con il messaggio ritirato, in particolare quello che impone ai Municipi di fornire il compendio aggiornato sullo stato dell’urbanizzazione, senza il quale non può essere valutato l’interesse pubblico a procedere alla densificazione;

4.    si chiede che, per compensare l’eventuale scelta di densificare, si diminuiscano le zone edificabili, oppure si diminuiscano gli indici pianificatori nelle aree edificabili di particolare valore urbanistico e storico-architettonico, in particolare nei quartieri ottocenteschi e del primo Novecento: questo compenso è necessario poiché il Piano regolatore di Mendrisio è già «abbondantemente sovradimensionato», come indicato dal Consiglio di Stato nel 2000;

5.    si chiede che la nuova variante abbandoni l’ipotesi di lasciare «più spazio alle stravaganze architettoniche del tempo odierno, andando a concedere una certa libertà per quel che riguarda l’altezza degli edifici e l’allineamento, concedendo un 30% di deroga» (rapporto di pianificazione): di brutture se ne vedono fin troppe, ci mancherebbe che si lasci spazio alle «stravaganze architettoniche»!

6.    si chiede che alla base della nuova variante vi sia quanto richiesto dal Dipartimento del territorio, vale a dire che si inseriscano nel progetto pianificatorio «le misure necessarie a garantire un’adeguata gestione del rischio [aumento del rischio residuo collettivo dagli incidenti rilevanti]».

7. Infine, la salvaguardia del patrimonio architettonico e urbanistico impone una modifica delle norme edificatorie così come anche la tutela degli edifici segnalati dall’Inventario ISOS (stazione FFS, albergo Milano con annessi, stabile Ferrazzini).   

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