“Grazie al controprogetto siamo andati al voto, quindi possiamo definirci soddisfatti”, commenta Samantha Bourgoin, co-coordinatrice Verdi del Ticino e autrice del controprogetto sulle imposte di circolazione insieme a Ivo Durisch. La popolazione ticinese ha però votato per l’iniziativa che gli ecologisti e i socialisti definivano antisociale, cosa risponde a questo? “A gennaio (2023), quando entrerà in vigore il testo proposto, sarà la popolazione a giudicare”. Di una cosa sembra certa Bourgoin: “in futuro il parco veicoli dei ticinesi sarà sempre più ecologico, quindi bisognerà elaborare una nuova riforma della tassa di circolazione. La formula votata oggi sarà quindi presto cambiata”.

 Non son passati 12 mesi e il Governo ci da ragione. Lo scambio di battute qui sopra, si riferisce alle dichiarazioni post voto dello scorso autunno (2022). Nel frattempo, la popolazione ha potuto giudicare che l’iniziativa andava a favorire i detentori di auto elettriche, in particolare le più lussuose, dimenticando altre categorie. Ecco perché il Governo e il gruppo tecnico coinvolto nei lavori, hanno fatto propri i capisaldi dell’allora controprogetto di Bourgoin e Durisch. Infatti, appena un anno dopo, con la conferenza stampa di ieri, il Direttore Norman Gobbi propone «una nuova formula più equa» e «stabile nel tempo», che corregga le «storture» e consideri nel calcolo d’imposta di circolazione non unicamente le emissioni di CO2 come faceva l’iniziativa, ma anche la massa (peso) a vuoto e la potenza dei veicoli, come proponeva il controprogetto.

Ci prenderemo naturalmente il tempo di analizzare nel dettaglio la nuova proposta ma ci dichiariamo sin d’ora soddisfatti nel constatare che siamo stati giusti profeti e forse, senza l’utilizzo strumentale di cifre tendenziose nel materiale di voto, per le quali avevamo a suo tempo fatto ricorso, il risultato alle urne sarebbe stato diverso e ora non dovremmo correggere il tiro, sprecando ulteriori tempo e risorse.

Come possiamo constatare, noi Verdi, anche se talvolta non otteniamo il consenso della maggioranza, siamo importanti per il nostro ruolo di pungolo e di precursore sui temi, perché siamo liberi da lobby e interessi personali.