In Ticino l’auto è un tema che ci riguarda tutte e tutti. Uomini, donne, giovani, anziani, abitanti delle zone periferiche, periurbane e urbane. Il traffico congestionato pure.

Negli ultimi anni la nostra vita ha conosciuto esperienze prima inimmaginabili. Da una parte abbiamo potenziato i mezzi pubblici di trasporto creando una vera alternativa possibile all’automobile privata, almeno per buona parte del territorio cantonale, dall’altra la pandemia ha rivoluzionato il nostro quotidiano influenzando il nostro modo di muoverci e di lavorare. Se da un lato abbiamo dato nuovo valore all’ambiente in cui viviamo, alla nostra salute, e aumentato le nostre uscite in natura, a piedi e in bicicletta, dall’altro la paura del contagio ha incentivato l’uso del mezzo privato e il lavoro da casa.

Il lavoro da casa resterà in una certa misura presente nelle nostre vite – un ritorno alla cosiddetta “normalità” negli spostamenti non c’è ancora stato – e la guerra in Ucraina con le conseguenze indirette e dirette sul costo dei carburanti e dei combustibili fossili crea nuove difficoltà che ci accompagneranno a lungo termine.

Un ritorno alla normalità dei conti è stato però richiesto dalla votazione sul pareggio di bilancio agendo sui costi e non sulle entrate. E in questo frangente il Governo ha lasciato credere che si possa agire senza fare tagli dolorosi, come se tutto fosse gratis.

Se da una parte si è molto preoccupati per la diminuzione del gettito a seguito di questa iniziativa, dall’altro però, si vogliono mantenere le risorse al sicuro per permettere gli sgravi fiscali ai redditi superiori ai 350’000 franchi.

Come gruppi Verdi e PS, rifiutiamo questo approccio, a nostro modo di vedere poco serio verso le cittadine e i cittadini, e cogliamo l’occasione di proporre con il nostro controprogetto, cambiamenti positivi sia a favore della popolazione sia a favore dell’ambiente, senza cadere in un facile discorso populista che propone finte soluzioni semplici a problemi complessi.

Proponiamo di diminuire effettivamente le imposte di circolazione ma lo facciamo in modo più equilibrato e giusto, integrando nella formula, oltre alla dimensione ecologica delle emissioni di CO2, che incide oltre il 60%, anche una duplice componente, più sociale e giusta (la massa e la potenza), che incide per quasi il 40%.

Infatti andremmo così a correggere i paradossi dell’iniziativa che vede costare l’imposta di una piccola utilitaria a basso consumo, magari usata saltuariamente da una persona anziana, il 50% in più di una limousine elettrica di lusso.

Al contempo offriamo un sostegno mirato al ceto medio, orientando direttamente la spesa, nel senso che una parte dei proventi dell’imposta di circolazione viene destinata alla promozione del trasporto pubblico, calmierando i prezzi dell’abbonamento arcobaleno in modo mirato.

Con questo nostro controprogetto, vogliamo anche aprire la riflessione sui costi e i benefici esterni della mobilità, anche in chiave di danni alla salute e di danni ambientali, di cui non siamo in generale coscienti. Infatti secondo I’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, da cui citiamo testi e cifre[1], i trasporti e la mobilità sono all’origine di una serie di costi e benefici, di cui solo una parte si ripercuote direttamente sugli utenti. Secondo un’estrapolazione effettuata dall’Ufficio statistica, si stima che le sole auto ticinesi in Ticino siano responsabili di costi esterni di oltre 170 milioni di franchi all’anno. Costi che vanno sommati ai circa 105 milioni di spese annue per le strade.

Pensare quindi di voler collegare direttamente il gettito dell’imposta di circolazione al costo, diretto e indiretto delle strade, come lo vorrebbe l’iniziativa, è pretestuoso. Questo significherebbe almeno raddoppiarne il suo importo, e nessun cantone lo fa.

Più contemporaneo invece, ci sembra proporre un approccio che aiuti a concepire la mobilità come un tutt’uno promuovendo un progressivo passaggio ad una mobilità più sostenibile. Per cui la promozione dell’utilizzo dei mezzi pubblici è da considerare come direttamente legata alla fluidità del traffico automobilistico e alla minor usura del manto stradale, perché contribuisce alla trasformazione progressiva dell’automobilista in utente multi modale, che in base alla situazione, si sposta anche a piedi, in bicicletta, o con i mezzi pubblici.

Il controprogetto propone quindi un’imposta di circolazione ecologica e sociale, che guarda al futuro della mobilità di tutta la famiglia, facilitando così l’accesso ai diversi mezzi di trasporto così che lasciare l’automobile in garage, sia una scelta e non un lusso.

 

Intervento di Samantha Bourgoin in qualità di co-relatrice insieme a Ivo Durisch

[1] https://www.are.admin.ch/are/it/home/mobilita/basi-e-dati/i-costi-e-i-benefici-dei-trasporti.html