Preventivo del DECS: basta demonizzare la spesa per la formazione!
Intervento di Nara Valsangiacomo in Gran Consiglio
Presidente, consiglieri e consigliera di stato, colleghe e colleghi
La scuola svolge in Ticino come in ogni società un ruolo fondamentale. Assume in Ticino, come pure negli altri Cantoni anche un importante dimensione finanziaria: si tratta infatti di una nutrita voce di spesa che aumenta seguendo con attenzione le necessità della popolazione. Volendo recuperare lo studio di confronto intercantonale, una voce di spesa tuttavia minore rispetto al resto della Svizzera. L’unica voce su 10, con uno scarto considerevole anche volendo accorpare le spese per la formazione e per cultura e sport, entrambi di competenza del dipartimento.
Alla dilagante sensazione che i costi della scuola aumentino senza motivo, il che mette pericolosamente a rischio la sicurezza di tali investimenti, vanno ricordati obiettivi e risultati di tale settore.
Non è mistero che i risultati nella scuola dell’obbligo siano fortemente condizionati dal contesto socioeconomico di provenienza di allievi e allieve, ciò non è un’opinione, ma il costante risultato delle indagini PISA. Va da sé che tra gli obiettivi principali della scuola debba esservi la promozione dell’equità. Un obiettivo che la scuola ticinese prende seriamente e non senza risultati: per esempio, sulla base delle indagini quadriennali “Scuola a tutto campo”, il Ticino si distingue per un minore divario educativo sia rispetto alla media svizzera sia rispetto alla media internazionale.
Tuttavia, ancora oggi diversi divari permangono, e ciò anche a causa della situazione ticinese dove vigono salari al ribasso e un costo della vita in vertiginoso aumento. E tali divari e difficoltà necessitano attenzione e cura, questo non solo per principio morale, ma per concreto realismo: le necessità esistono e potrebbero anche aumentare, ma ignorarle non le farà scomparire, ma piuttosto a crescere in sordina. E la volontà non è quella di offrire una scuola a spizzichi e bocconi, ma una scuola sana, pronta a rispondere alle necessità di chi vi impara e di chi vi insegna.
Un elemento pericoloso contenuto nel messaggio è la già citata non assunzione a livello del 20% del personale partente non regolato dal PPA: vige una non chiarezza su quali specifiche posizioni verrebbero toccate da tale misura.
- Ripropongo perciò la domanda non evasa in precedenza: quali sono le posizioni che sarebbero toccate?
Nel dubbio è chiaro che per le necessità legate al settore della formazione, pensiamo per esempio a necessità in crescita quale la logopedia, ciò significherebbe un arresto del seguito che il servizio deve dare di fronte a necessità impellenti, e un conseguente peggioramento del servizio e una diminuzione di beneficiari e beneficiarie, bambini e bambine, che potrebbero essere prese a carico. Tale misura è inaccettabile, una misura di austerità che andrebbe ad intaccare il fondamentale servizio formativo.
Altra misura pericolosa è contenuta nel cosiddetto contributo di solidarietà a carico delle e dei dipendenti statali, risultante in un taglio dei salari. All’interno della valutazione quadriennale “Scuola a tutto campo” viene chiaramente evidenziato come la soddisfazione del personale è scalfitta da un aumento incrementale del carico di lavoro, con un rischio cospicuo di burnout. Un taglio quindi che, oltre a squalificare la fondamentale importanza del lavoro svolto, mette a serio rischio non solo la qualità, ma la sostenibilità stessa del settore della formazione.
Infine, una breve riflessione in merito all’adattamento (fino a un massimo del 20%) delle borse di studio in base al costo della vita, per studenti all’estero. Si tratta di una misura che potrebbe sembrare oculata, non considera però il fatto che nelle maggiori città universitarie gli affitti si attestano comunque a livelli elevati rispetto alla media nazionale e che spesso proprio per confronto con un paese dal reddito medio minore, le e gli studenti svizzeri potrebbero finire per pagare una retta più alta.
La scorsa seduta abbiamo parlato di manutenzione stradale. Si è giustamente parlato con accoramento dei rischi del deterioramento del manto stradale, degli indici che lo misurano, delle problematiche che si incontrerebbero se si dovesse diminuire l’importo. Sarebbe bello se si parlasse così anche di scuola, se si riuscisse a vedere l’importanza dell’investimento in una scuola sociale ed inclusiva e se si realizzasse i danni imprescindibili del dimenticare il settore e la sua importanza.
Concludo con una nota positiva: la manovra di rientro attuata dal DECS si è mossa piuttosto attraverso dilazioni e revisioni di tendenza, evitando largamente dei dolorosi tagli dei quali sono stati oggetto altri dipartimenti.