Un rapido sguardo tra le liste presentate dai vari partiti per il rinnovo del Consiglio di Stato il prossimo aprile fa pensare a una ripetizione della situazione attuale: un esecutivo tutto al maschile, e con una certa età media. Davanti a liste così granitiche e poco rappresentative del contesto ticinese echeggiano dei fastidiosi leitmotiv

“Cerchiamo donne, ma non ci sono”, un’esternazione e quasi un grido d’aiuto che rispecchia l’idea demoralizzante di un fiore all’occhiello, da cercare quando fa comodo. L’investimento in candidature femminili si rispecchia sicuramente nella strategia elettorale, ma comincia molto prima: nelle rivendicazioni di parità e riconoscimento, nella volontà di dare un ascolto all’esperienza di chi vive in prima persona discriminazioni senonché problematiche e situazioni specifiche a una buona maggioranza della popolazione ticinese. 

“Ai giovani non importa di far politica” è l’uscita paternalista che in realtà giustifica la mancanza di volontà nel comprendere ed affrontare un inevitabile confronto generazionale. Tutte posizioni che esprimono una certa pigrizia di ascolto e un’insofferenza al cambiamento. E quando i giovani ci sono vengono incolpati di essere “senza esperienza”, una conferma dell’assunto secondo cui l’ascolto alle problematiche e alle paure affrontate da questa fascia della popolazione interessa ai partiti fino a un certo punto.  

Il cambiamento lo porta invece la lista rossoverde, la seconda a maggioranza femminile della storia ticinese, dove anche le rappresentatività regionali e anagrafiche sono promosse e incentivate. La competenza è e rimane criterio fondamentale, ma in un ingranaggio che sistematicamente ignora le voci di donne e giovani, non basta. La capacità e la volontà di coinvolgere e far convivere sulla stessa lista persone differenti così come essere rappresentativi di tutte le realtà del territorio, non può che essere uno dei punti forti del programma rossoverde.

Ma anche per gli altri partiti, l’auspicio per i prossimi quattro anni è: ascoltate, investite su donne e giovani, ogni giorno e non solo sotto elezioni.

Da Gianna Bonina comitato delle Giovani Verdi Ticino