Quest’anno le alpi hanno visto un calo delle precipitazioni del 63% rispetto alla media usuale. La neve è stata scarsa o inesistente. Complice l’aumento delle temperature, superiori di +2.6 °C rispetto ai valori di riferimento, nessuna montagna ticinese presenta attualmente neve sulle proprie cime. Non solo non ha nevicato, ma non ci sono nemmeno state precipitazioni rilevanti sotto forma di pioggia, facendo sì che in tutta la Svizzera vi sia una situazione di forte deficit.

Se la mancanza d’acqua estiva non può essere compensata in inverno, come sta accadendo attualmente, l’emergenza potrebbe risultare ancora più acuta rispetto all’anno scorso. I mesi freddi dovrebbero permettere al terreno di riprendersi, soprattutto dopo un’estate caratterizzata da siccità e ondate di calore estreme come quella del 2022, l’estate più secca a livello europeo in 500 anni. Attualmente gran parte del continente è nel bel mezzo di una siccità invernale dovuta in gran parte alla crisi climatica. Uno studio pubblicato a gennaio dall’università di Graz ha concluso che l’Europa si trova in una situazione di siccità durevole dal 2018, un’emergenza in realtà mai finita.

Quando sono nata, negli anni ’90, la siccità non era mai stata un problema in Svizzera. Le persone sono cresciute in un paese ‘serbatoio’ d’acqua e ritengono ancora oggi questa risorsa infinita. I primi campanelli d’allarme sono arrivati con l’ondata di calore estrema dell’estate 2003. Poi è arrivata l’estate del 2011, del 2018 e infine del 2022.

Le soluzioni ci sono: proteggere e migliorare l’approvvigionamento idrico investendo nelle infrastrutture, nel trattamento e nella depurazione delle acque, diversificando le fonti d’approvvigionamento e rinaturalizzando i corsi d’acqua, in modo che essi possano immagazzinare meglio le precipitazioni, anche in caso d’alluvione. Serve una strategia idrica cantonale che abbia un approccio circolare con interventi a breve, medio e lungo periodo che favoriscano l’adattamento al surriscaldamento climatico e la riduzione degli sprechi. Bisogna cominciare a prevenire l’emergenza idrica che caratterizzerà sempre di più il nostro Cantone, smettendo di agire solamente quando è troppo tardi. Le autorità dovrebbero adottare strategie basate sull’esperienza acquisita in passato, avviando delle misure per osservare i consumi, preparandosi sin da subito ad un’acuta carenza d’acqua, dato che diversi comuni ticinesi stanno facendo già ora fatica a soddisfare la domanda d’acqua potabile.

 

Noemi Buzzi – persona candidata n. 20