Il Municipio di Bellinzona ha emanato il messaggio sul nuovo regolamento comunale dei rifiuti. I punti salienti sono l’unificazione del servizio, della tassa di base e sul sacco. Oltre a ciò è prevista l’abolizione della raccolta separata della plastica, che a partire dal 1 gennaio 2019, eccetto per i contenitori grandi, dovrà essere smaltita nel sacco a pagamento. I cittadini Bellinzonesi, godevamo magari di un privilegio finanziario rispetto a quelli di altri comuni che da sempre dovevano già pagarne lo smaltimento nel sacco.

Il nuovo regolamento costringe dunque i “cittadini/consumatori” ad accollarsi un onere finanziario in più oppure ad accollarsi l’onere di investire tempo per una spesa più ecologica, una spesa “zero waste” (zero rifiuti).

La modalità con la quale il Municipio esegue questo cambiamento lascia però a desiderare ed appare come il “classico scarica barile” dove una parte ottimizza i propri costi, scaricandoli su un’altra (il cittadino/consumatore, come sempre accade). Inoltre, questa modalità non risolve alla radice il problema delle plastiche, poiché esse verrebbero comunque smaltite nell’inceneritore, addebitandone però le spese ai cittadini.

Appare anche assai ipocrita l’auspico del Municipio, affinché questo cambiamento porti “a una maggiore sensibilizzazione del cittadino-consumatore”, inducendolo, “nel limite del possibile, ad acquistare prodotti imballati con materiale non plastificato”. Ciò specialmente per gli alimentari è praticamente impossibile, poiché per questioni di igiene tutti gli imballaggi sono plastificati. A Bellinzona ad esempio sono ben pochi i negozi che permettono di acquistare alimentari o altri prodotti “sciolti”, ovvero senza imballaggi.

In queste condizioni il cittadino/consumatore non si può sensibilizzare ad una spesa più ecologica, ma è semplicemente messo al muro. Perché il Municipio non “sensibilizza” anche i negozi e grandi magazzini? In attesa che qualcosa si muova, il cittadino/consumatore può sempre attrezzarsi a partire dal 1 gennaio 2019 per “scaricare” tutti gli imballaggi plastificati all’interno del negozio. Non si capisce proprio perché a poter ottimizzare ed esternalizzare i propri costi, non possa essere anche il cittadino/consumatore. Forse questo può essere un segnale sufficientemente forte affinché le soluzioni vengano trovate di comune accordo e non semplicemente addebitate al cittadino.

Marco Noi

I Verdi del Ticino