Tutti conosciamo le pessime condizioni dell’aria del Mendrisiotto: tutti a parte, sembrerebbe, il Governo del Canton Ticino che, nonostante le proteste e le interrogazioni, ha dato il permesso ad una rumorosa e inquinante gara di macchine. Governo che agisce in modo schizofrenico, in quanto da una parte permette il rally e dall’altra si riempie la bocca con proclami atti a diminuire l’inquinamento. Vediamone qualche esempio. Il “Piano cantonale di risanamento dell’aria” afferma che è indispensabile limitare il traffico motorizzato in quanto «le concentrazioni di diossido d’azoto e di ozono sono ancora nettamente superiori ai limiti fissati dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico e lontani dagli obiettivi indicati dal Consiglio federale”. Alcune delle misure indicate per il risanamento dell’aria sono: “Attuare le misure di moderazione e contenimento del traffico, la cui concretizzazione richiede anche un cambiamento di tipo comportamentale da parte di ogni cittadino”. Da una parte quindi il Governo ci chiede di fare delle rinunce, di mutare i nostri comportamenti in modo virtuoso, e dall’altra permette eccezioni inquinanti come quella del rally, che di educativo non ha proprio nulla.

Altro esempio: “Lo scrivente Consiglio di Stato è preoccupato per il carico inquinante rilevato in particolare nel Mendrisiotto. La necessità di ulteriori progressi è evidente ed è per tale motivo che si prosegue nella strategia di risanamento dell’aria, sia a livello cantonale che federale. […]. In conclusione, il Consiglio di Stato ritiene che, dal profilo ambientale, vi sia ancora molto da fare.” (risposta del Governo all’interrogazione Bang, 2016). Parole, parole, parole… ma la coerenza dei fatti?

Un’autorità che emana simili indicazioni a tutela della salute dei cittadini e che parallelamente approva manifestazioni come il rally fa perdere qualsiasi autorevolezza alle sue politiche ambientali, sanitarie, e di mobilità, oltre a infrangere Costituzione e leggi che pongono la salvaguardia della salute dei cittadini come uno dei compiti essenziali dello Stato, come stabilito dalla legge sanitaria all’art. 2: «Lo Stato promuove e salvaguarda la salute della popolazione quale bene fondamentale dell’individuo e interesse della collettività».

Abbiamo inoltrato il ricorso contro il rally in quando riteniamo che sia tempo di smettere di sottovalutare un problema grave per la salute della cittadinanza del nostro Cantone. In un periodo nel quale la qualità e lo stato dell’aria hanno evidenziato la loro fragilità e la preoccupazione mostrata da tutti i cittadini e le cittadine, i medici e le autorità cantonali, ci siamo detti, in modo manzoniano che “questo rally non s’ha da fare”.