Nelle scorse settimane è stata pubblicata la variante del Piano regolatore riguardante il comparto Stazione FFS di Mendrisio. Essa si fonda principalmente su due linee direttrici: una legata ai trasporti (edificio della stazione FFS con la piazza antistante, nodo intermodale e piano del traffico); la seconda di tipo urbanistico: densificazione delle vie Franscini («edificazione intensiva e continua sui due lati») e Motta.
Sicuramente positive sono: la volontà di procedere alla modifica del Piano del traffico; l’introduzione di zone 30 km/h e zone d’incontro 20 km/h; lo sviluppo della mobilità lenta.

Per contro la proposta principale di densificare il comparto così come presentata e “giustificata” non è condivisibile poiché manca una visione d’insieme. A fondamento della volontà di realizzare un fronte “continuo” non troviamo una seria, approfondita e coerente visione di valorizzazione del comparto dettata dall’interesse generale, bensì la solita ideologia della crescita, oggi sotto i panni della densificazione, che ha caratterizzato i piani regolatori di Mendrisio fin dalla loro prima elaborazione negli anni Settanta-Ottanta. In tal modo si rischia di favorire la rendita fondiaria e gli investimenti speculativi.

Se si vuole densificare determinate zone bisogna parallelamente dezonare o diminuire gli indici di edificabilità in altre zone, previa un’analisi per tutti i dieci Quartieri del Comune di Mendrisio. Solo un’approfondita analisi può permettere di valutare l’esigenza di aumento della contenibilità del PR: questa è la sola pianificazione del territorio che un Comune è chiamato per legge a fare ed è ciò che noi Verdi chiediamo da anni, per esempio tramite la mozione del 2013 (respinta da un’alleanza trasversale degli altri partiti …) sulla creazione di un unico e nuovo Piano Regolatore. In mancanza di ciò si continua a pianificare con una visione “localistica” che è contraria ai principi pianificatori stabiliti dalle leggi federali e cantonali.

Nel Rapporto di pianificazione troviamo stupefacente un’affermazione: «l’edificazione viene alleggerita e adattata allo spirito del tempo. Viene lasciato più spazio alle stravaganze architettoniche del tempo odierno, andando a concedere una certa libertà per quel che riguarda l’altezza degli edifici e l’allineamento, concedendo un 30% di deroga». Gran parte dell’architettura moderna, purtroppo favorita da Piani regolatori scriteriati ed elaborati per favorire interessi particolari e speculativi, sta riempiendo il territorio di brutture: una variante di PR non deve lasciare più spazio alle «stravaganze architettoniche» ! Con simili affermazioni siamo posti di fronte alla negazione dei principi essenziali dell’urbanistica.

Infine, la salvaguardia dei beni culturali è completamente trascurata dalla variante: per i Verdi ciò è inaccettabile.