PREMESSA

Con ritmo regolare, ma ultimamente ancora più incalzante, assistiamo a iniziative edili che comportano la demolizione di edifici che fanno parte del paesaggio urbano e del patrimonio culturale di Lugano, del quartiere del centro e dei suoi quartieri recentemente aggregati, per fare spazio a nuovi edifici, prevalentemente a destinazione residenziale.

Con altrettanta frequenza queste iniziative causano lo smarrimento e talvolta anche l’indignazione di vaste cerchie di popolazione, riportate con giusta enfasi dai media[1].

Se ne può dedurre che la costellazione dei Piani che compongono, oggigiorno, il Piano Regolatore (PR) di Lugano, manifestamente non corrisponde più a ciò che la grande maggioranza della popolazione desidera come programma evolutivo del proprio quadro di vita.

Ritenuto che l’obbiettivo dell’azione politica è la ricerca del benessere della popolazione e che il Piano Regolatore è uno dei più importanti strumenti di cui essa dispone per assicurare tale qualità di vita, bisogna necessariamente concludere che, se l’applicazione del PR suscita nella popolazione sgomento piuttosto che soddisfazione, è necessario modificarlo con urgenza.

I mozionanti sono ben consapevoli che i lenti passi intrapresi per l’allestimento di un Masterplan quale documento strategico per un’organica revisione dei diversi PR nella nuova Lugano sono necessari. Essi sono però altrettanto consapevoli che dall’approvazione del messaggio per l’assegnazione dei mandati di studio all’entrata in vigore dei nuovi documenti di pianificazione passeranno, purtroppo, molti anni. A giudicare con l’esperienza e senza eccedere nel pessimismo, pensiamo che occorreranno 10 anni circa. Infatti, nella risposta a una recente interrogazione (no. 1076) il Municipio ammette che la revisione dei piani regolatori non avverrà ad ogni modo prima del 2028[2].

I passi indispensabili, ai quali si deve aggiungere un importante sforzo di informazione e partecipazione col pubblico, sono: studio e discussione sul Masterplan, approvazione del Consiglio Comunale (CC), concorso per lo studio dei nuovi PR, allestimento dei medesimi, esame preliminare di quest’ultimi, adeguamento degli atti pianificatori in funzione del rapporto del Dipartimento del territorio (DT), messaggi al CC, discussioni commissionali, decisioni del CC, pubblicazione, esame e preavviso sui ricorsi, esame e decisione del Consiglio di Stato, ricorsi di seconda istanza e decisione del Tribunale cantonale amministrativo.

Durante questo lunghissimo lasso di tempo, i PR in vigore manterrebbero la loro validità e ammetterebbero la continua demolizione della sostanza storica che costituisce la vera ricchezza paesaggistica del territorio luganese.

Questo rischio dev’essere evitato, tanto più che, se gli avvenimenti delle scorse settimane dovessero fare scuola, la tendenza potrebbe essere quella di chiedere, con semplice notifica, al fine di evitare che a qualcuno venga in mente di proteggerli, la demolizione di edifici di sicuro valore storico, senza progetto per la loro sostituzione.
A Lugano, dobbiamo già ora sopportare numerose voragini dovute a demolizioni mai seguite da ricostruzioni. Il loro proliferare provocherebbe un’immagine desolante di città alla deriva.

CHE FARE?

Il PR di Lugano e molti dei PR che oggi compongono il quadro d’insieme della gestione del territorio della nuova Lugano sono vetusti e non più idonei per un’oculata gestione del territorio e dei suoi valori paesaggistici e storico-culturali. Taluni sono vecchi di concezione e datati, altri sono più recenti, ma comunque non più conformi agli atti di livello superiore entrati in vigore dopo la loro approvazione. Enumeriamo qui di seguito i principali:

  • Convenzione europea del paesaggio, del 20 ottobre 2000. Ratificata dalla Svizzera nel 2013
  • Dichiarazione di Davos, del 2018
  • Legge cantonale sulla tutela dei beni culturali, del 1997
  • Legge cantonale sullo sviluppo territoriale, del 2011
  • Piano direttore cantonale, segnatamente la Scheda di coordinamento P10, del 2008
  • Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere -ISOS, del 2009

Ricordiamo che tanto l’art. 21 della Legge federale sulla pianificazione del territorio, quanto l’art. 33 della legge sullo sviluppo territoriale esigono che, quando un documento pianificatorio non è più adeguato alle norme e alle esigenze di livello superiore e non più opportuno per tendere al raggiungimento degli obiettivi della pianificazione del territorio, dev’essere rivisitato e modificato tempestivamente. Se l’inadeguatezza è grave, è lecito sostenere che il PR non è più applicabile.

Nell’attesa delle programmate revisioni dei PR di Lugano, riteniamo necessario che il Municipio adotti delle misure precauzionali o provvisionali per tutelare i valori del territorio, fintanto che non crescano in giudicato gli atti sostitutivi.

Occorre, pertanto, studiare con urgenza quali parti del territorio della nuova Lugano potrebbero essere minacciate da iniziative demolitrici e pubblicare, in accordo con il DT, le relative Zone di Pianificazione, strumenti appositamente messi a disposizione dal diritto federale e cantonale, per situazioni simili a quelle qui descritte in ingresso.

Il vantaggio dello strumento della Zona di Pianificazione risiede, per l’appunto, nel fatto che esse non congelano totalmente l’attività edilizia, ma permettono di bloccare quelle iniziative che renderebbero più difficile o, addirittura, impossibile la revisione dell’atto pianificatorio.

La seconda misura che si impone è quella dell’integrazione anticipata dell’ISOS (Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale)[3] negli atti pianificatori in vigore e nelle relative NAPR/Regolamento edilizio.

La terza misura consiste nel creare, da subito, una commissione di esperti con l’incarico di proporre al Municipio, in tempi brevi, una lista ben motivata di edifici, costruzioni e impianti, nonché di alberature, pubbliche e private, meritevoli di conservazione.

Ringraziamo per l’attenzione che verrà accordata al senso della Mozione e alle Misure che suggeriamo di adottare con urgenza.

Per i motivi sopraelencati,  avvalendoci dai diritti conferitici dalla LOC e dal regolamento comunale, invitiamo pertanto il lodevole Consiglio Comunale a voler risolvere:

  1. La mozione è accolta.
  2. Il Municipio definisce quali parti del territorio della nuova Lugano meritevoli di tutela potrebbero essere minacciate da iniziative demolitrici e, in accordo con il DT, pubblica le relative Zone di Pianificazione fintanto che non crescano in giudicato gli atti sostitutivi (nuovi PR).
  3. I contenuti dell’inventario ISOS sono integrati negli atti pianificatori in vigore e nelle relative NAPR/Regolamento edilizio.
  4. È creata una commissione di esperti con l’incarico di proporre al Municipio, in tempi brevi, una lista ben motivata di edifici, costruzioni e impianti, nonché di alberature pubbliche e private, meritevoli di conservazione.
  5. Il Municipio è incaricato del seguito della procedura.

Con i migliori saluti, i consiglieri comunali:

Nicola Schoenenberger (I Verdi), Danilo Baratti (I Verdi)
Carlo Zoppi (PS), Raoul Ghisletta (PS)
Edoardo Cappelletti (PC), Demis Fumasoli (PC)

[1] https://www.cdt.ch/ticino/lugano/ville-da-salvare-a-lugano-la-stan-ne-ha-per-tutti-DD2335775

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1407553/stabile-arl-i-cittadini-per-il-territorio-contro-la-vendita

[2]https://www.lugano.ch/downloadCc?name=RispostaInterrogazione_1076.pdf&unid=B9486BF705B094B5C1258512002BF313&type=risposte

[3] https://www.bak.admin.ch/bak/it/home/patrimonio-culturale/patrimonio-culturale-e-monumenti-storici/isos—inventario-federale-degli-insediamenti-svizzeri-da-proteg.html

Stabile di inizio ‘900 affacciato sul Piazzale di Besso, iscritto nell’inventario nazionale ISOS e demolito nel febbraio 2016. Al suo posto, da quattro anni, si apre una voragine