Con il termine salute ci riferiamo ad una condizione di efficienza del nostro organismo, che viene vissuta individualmente, a seconda dell’età, come uno stato di relativo benessere fisico e psichico caratterizzato dall’assenza di gravi patologie invalidanti. Questa situazione di salute psicofisica, per i progressi della medicina, viene oggi indicata come il conseguimento della migliore qualità e durata della vita ottenibili preservando e ripristinando lo stato di benessere, anche di quello spirituale. Nell’antichità greca la salute era concepita come un dono degli dei, e la malattia veniva considerata un fenomeno magico-religioso. Con Ippocrate (460 a.C. circa ) cambiò del tutto la prospettiva secondo il principio della «forza curatrice naturale», che concepiva il corpo umano animato da una forza vitale tendente per natura a riequilibrare le disarmonie causate dalle patologie. Con la nascita della medicina scientifica, alla fine del Settecento, nasce il modello bio-medico, in concomitanza con la nascita della società industriale. Nel XX secolo si sviluppano le prime specializzazioni mediche, la qual cosa portò ad un graduale abbandono dell’approccio olistico alla persona ammalata, a favore di uno studio esclusivamente biologico e mirato ad uno specifico organo o sistema.

Nel XX secolo la salute, definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“, viene considerata un diritto, e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Questo principio assegna agli Stati e alle loro articolazioni compiti che vanno ben al di là della semplice gestione di un sistema sanitario. Essi dovrebbero farsi carico di individuare e cercare, tramite opportune alleanze, di modificare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo al contempo quelli favorevoli.

Nell’esaminare i costi del Preventivo 2020 per quanto riguarda la politica sanitaria, non posso che pensare che una buona politica sulla salute, e quella che abbiamo in Ticino lo è, non possa prescindere da un discorso legato alla prevenzione e alla qualità di vita prima e fuori dalle strutture ospedaliere. Buone pratiche di vita, un’attenzione alla salute che contempli anche la salute psichica ed emotiva, ed una buona qualità dell’aria che respiriamo: curare questi aspetti renderebbe i costi della salute ben più contenuti. Porre attenzione all’isolamento delle persone, che ingenera solitudine e disagio, e prestare ascolto alla grande causa di malattia della nostra epoca: l’ansia. Viviamo infatti in una società ansiogena, e la crescente richiesta di aiuto per bambini e adolescenti con problematiche legate all’ansia, allo stress e all’insonnia non possono lasciarci indifferenti. Auspico che il Direttore del Dipartimento prenda in seria considerazione il problema dello stress e dell’ansia a tutti i livelli, dai bambini agli adulti agli anziani. Per fare ciò è necessario porre attenzione ai rapporti umani in ogni ambito prima ancora che agli aspetti burocratici e tecnici, anche attraverso un’educazione mirata all’intelligenza emotiva in ogni ambito, da quello quotidiano e ambulatoriale a quello ospedaliero. 

Claudia Crivelli Barella, dicembre 2019

Questa situazione di salute psicofisica, per i progressi della medicina, viene oggi indicata come il conseguimento della migliore qualità e durata della vita ottenibili preservando e ripristinando lo stato di benessere, anche di quello spirituale. Nell’antichità greca la salute era concepita come un dono degli dei, e la malattia veniva considerata un fenomeno magico-religioso. Con Ippocrate (460 a.C. circa ) cambiò del tutto la prospettiva secondo il principio della «forza curatrice naturale», che concepiva il corpo umano animato da una forza vitale tendente per natura a riequilibrare le disarmonie causate dalle patologie. Con la nascita della medicina scientifica, alla fine del Settecento, nasce il modello bio-medico, in concomitanza con la nascita della società industriale. Nel XX secolo si sviluppano le prime specializzazioni mediche, la qual cosa portò ad un graduale abbandono dell’approccio olistico alla persona ammalata, a favore di uno studio esclusivamente biologico e mirato ad uno specifico organo o sistema.

Nel XX secolo la salute, definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“, viene considerata un diritto, e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Questo principio assegna agli Stati e alle loro articolazioni compiti che vanno ben al di là della semplice gestione di un sistema sanitario. Essi dovrebbero farsi carico di individuare e cercare, tramite opportune alleanze, di modificare quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo al contempo quelli favorevoli.

Nell’esaminare i costi del Preventivo 2020 per quanto riguarda la politica sanitaria, non posso che pensare che una buona politica sulla salute, e quella che abbiamo in Ticino lo è, non possa prescindere da un discorso legato alla prevenzione e alla qualità di vita prima e fuori dalle strutture ospedaliere. Buone pratiche di vita, un’attenzione alla salute che contempli anche la salute psichica ed emotiva, ed una buona qualità dell’aria che respiriamo: curare questi aspetti renderebbe i costi della salute ben più contenuti. Porre attenzione all’isolamento delle persone, che ingenera solitudine e disagio, e prestare ascolto alla grande causa di malattia della nostra epoca: l’ansia. Viviamo infatti in una società ansiogena, e la crescente richiesta di aiuto per bambini e adolescenti con problematiche legate all’ansia, allo stress e all’insonnia non possono lasciarci indifferenti. Auspico che il Direttore del Dipartimento prenda in seria considerazione il problema dello stress e dell’ansia a tutti i livelli, dai bambini agli adulti agli anziani. Per fare ciò è necessario porre attenzione ai rapporti umani in ogni ambito prima ancora che agli aspetti burocratici e tecnici, anche attraverso un’educazione mirata all’intelligenza emotiva in ogni ambito, da quello quotidiano e ambulatoriale a quello ospedaliero.