No all’iniziativa popolare “Per premi più bassi – Freno ai costi nel settore sanitario (Iniziativa per un freno ai costi)”

  • Questa iniziativa non cura il problema dei costi della cassa malati. Il rischio è che il personale sanitario si troverà sotto pressione e con condizioni di lavoro insostenibili con la conseguenza dipartita dello stesso.
  • L’iniziativa mira a smantellare l’assicurazione sanitaria di base e creare un sistema sanitario a due velocità dove per accedere a tutte le cure si deve essere benestanti

Questa iniziativa mira a ridurre l’onere dei premi. Il suo obiettivo è garantire che i costi dell’assicurazione sanitaria obbligatoria non aumentino più dell’economia nazionale e dei salari, in caso contrario, la Confederazione e i Cantoni dovranno adottare misure di riduzione dei costi che entreranno in vigore l’anno successivo. Se a prima vista l’idea può sembrare allettante, a un esame più attento si tratta di un colpo inesorabile al nostro sistema sanitario. Il problema principale non è che i costi del nostro sistema sanitario stanno aumentando, ma che vengono finanziati in modo antisociale attraverso i premi pro capite. L’iniziativa per il freno ai costi non fa nulla per risolvere questo problema.

Al contrario, l’iniziativa rischia di causare una pressione sul personale e un conseguente abbandono dello stesso. Infatti, se vogliamo risparmiare sul settore sanitario, come propone l’iniziativa, sarà necessario tagliare sul personale. Ciò perché i costi dell’assistenza sanitaria sono dovuti principalmente al personale. Negli ospedali, ad esempio, il personale rappresenta i due terzi dei costi operativi. Se vogliamo risparmiare su questo aspetto – tagliando il personale o peggiorando le retribuzioni o le condizioni di lavoro – un numero maggiore di professionisti abbandonerà la professione, mettendo in pericolo la copertura sanitaria. 

Inoltre, l’iniziativa è un pericoloso passo verso una medicina a due velocità. Anche il Consiglio federale teme che trattamenti medici necessari ed economicamente rilevanti non vengano più eseguiti a causa della mancanza di risorse. Sarebbe addirittura possibile razionare i servizi o i trattamenti, perché l’iniziativa non tiene conto, ad esempio, dell’invecchiamento della popolazione o dei progressi della medicina. Il rischio è che anche cure importanti non saranno più coperte dalla cassa malati di base ma unicamente da onerose assicurazioni complementari. Ciò renderebbe le cure inaccessibili a un’ampia fascia della popolazione. Lo smantellamento delle prestazioni e il razionamento della copertura sanitaria colpiranno soprattutto le persone povere e malate! L’iniziativa per frenare i costi rappresenta quindi un passo importante verso una medicina a 2 velocità, che deve essere impedita a tutti i costi.