Libero mercato, libero sfruttamento?
L’apertura del mercato della consegna dei pacchi ha portato all’abbassamento della qualità della gestione del personale. I Verdi del Ticino esprimono solidarietà e pieno sostegno alle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori della DPD che giornalmente sono confrontati con turni estenuanti e salari da fame.
L’apertura del mercato della consegna dei pacchi ha portato all’abbassamento della qualità della gestione del personale. I Verdi del Ticino esprimono solidarietà e pieno sostegno alle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori della DPD che giornalmente sono confrontati con turni estenuanti e salari da fame. Queste condizioni lavorative sono inaccettabili ed è necessario un intervento sia a monte (con l’introduzione di contratti collettivi di obbligatorietà generale) che attraverso un sistema di controlli serio ed efficace.
“Abbattere i costi del lavoro è decisivo per offrire servizi più convenienti della Posta.” Questa è oggi l’espressione del libero mercato del settore della consegna dei pacchi. Un mercato che fino a poco tempo fa era chiuso alla sola Posta Svizzera che garantiva, grazie al suo impegno sociale, condizioni lavorative ottimali. Oggi le aziende concorrenti, il cui unico obiettivo è fare utile, sono obbligate a “spremere” i dipendenti per poter reggere il confronto con il gigante giallo. Un confronto che porta allo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori da parte delle società affiliate alla DPD (e affini), ma anche alla (nuova) necessità della Posta di alzare la guardia e peggiorare a sua volta le condizioni di lavoro per riuscire a rimanere concorrenziale.
Una situazione nota e su cui sarà necessario intervenire al più presto a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori che giornalmente faticano per non arrivare a fine mese. Una condizione inaccettabile che intendiamo risolvere attivamente sostenendo e appoggiando l’indispensabile lotta sindacale.
I Verdi del Ticino sperano che queste derive a scapito della qualità del servizio e delle condizioni lavorative, siano un chiaro monito a chi intende continuamente privatizzare beni e servizi di prima necessità per profitto ma a scapito di chi si trova giornalmente sul terreno.