Il traffico motorizzato individuale è fonte di sovraccarico infrastrutturale ed ambientale ed incide negativamente sulla qualità di vita delle cittadine e dei cittadini. Soprattutto in Ticino, cantone più motorizzato della Svizzera, è fondamentale portare sempre più persone verso l’utilizzo di forme di spostamento che consumano meno risorse (sia in termini energetici che di uso dello spazio) e che riducono l’inquinamento atmosferico.

Questo è possibile solo se a tutti i livelli istituzionali vengono perseguite delle politiche coerenti a favore della mobilità sostenibile. È preoccupante constatare che gli sforzi profusi per promuovere la mobilità pubblica e dolce vengono vanificati da progetti che creano di fatto degli incentivi per il traffico su gomma, come l’ostinata volontà di ampliare i parcheggi nei centri città e di introdurre la terza corsia autostradale tra Lugano Sud e Mendrisio. Proprio perché la coperta finanziaria è corta urge identificare le priorità di investimento e non spendere un centesimo in più per quelle “soluzioni” che sono all’origine dei problemi viari che affliggono il nostro territorio. Tutti i fondi non legati alla manutenzione delle strade devono perciò essere destinati allo sviluppo della mobilità collettiva e sostenibile.

Questo significa innanzitutto che la fruizione dei mezzi pubblici va resa più accessibile economicamente e, per rispondere alla crescita dell’utenza, le capacità di trasporto ferroviario potenziate attraverso nuovi convogli più capienti e un aumento delle corse passeggeri. Secondariamente, la mobilità pubblica deve diventare più ramificata e intermodale, due elementi centrali in un territorio morfologicamente complesso come il nostro. Infatti, oltre a raggiungere le zone più discoste (eventualmente introducendo il servizio su chiamata e le corse serali), una pianificazione territoriale di qualità deve identificare i nodi intermodali a partire dai quali, per mancanza d’utenza, non è più ragionevole offrire un sistema di trasporti pubblici performante.
I cosiddetti “Park and Rail” non andrebbero costruiti nei centri, ma proprio in queste zone limitrofe situate a cavallo tra la periferia urbana e la periferia vera e propria.

Intragna, primo villaggio delle Centovalli, che in futuro sarà collegato con Locarno con una cadenza semi-oraria grazie alla tratta ferroviaria potenziata, potrebbe rientrare in questa categoria. Inoltre, anche un’occupazione più efficiente dei mezzi di spostamento, che passa attraverso soluzioni che uniscono il trasporto merci e persone (per riempire ad esempio gli autobus semivuoti) e la promozione del car-pooling (covetturaggio), contribuirebbe a contrastare molti ingorghi stradali (praticamente a costo zero).

Occorre infine mettere in evidenza i nessi tra mobilità e politica del lavoro. Oltre a ridurre i mezzi motorizzati privati su strada è infatti anche necessario diminuire gli spostamenti pendolari in generale. Da un lato offrendo salari e condizioni contrattuali concorrenziali con il resto della Svizzera per favorire l’assunzione di manodopera residente e ridurre la mobilità frontaliera. Dall’altro concependo soluzioni infrastrutturali innovative come la messa a disposizione di spazi di coworking accoglienti nelle zone periferiche e nelle valli. Queste due misure trasversali non permetterebbero soltanto di contribuire al conseguimento dell’obiettivo sopracitato, ma anche di rispondere ad altre esigenze, nella fattispecie quella di contrastare il precariato e di dare nuovo slancio alla vita al di fuori dei centri urbani. 

Rocco Vitale, co-coordinatore Giovani Verdi e candidato 89