“Una scuola dalle spalle larghe”

Intervento di Nara Valsangiacomo sul Consuntivo 2023 del DECS

Vicepresidente, Consiglieri e consigliera di Stato, colleghe e colleghi,

Essendo in sede di consuntivi mi limiterò a fare un’analisi prettamente gestionale.

Il DECS ha registrato uno scostamento rispetto quanto preventivato in particolare nelle spese per il personale, ca 17.1 mln in più

I motivi sono diversi: l’aumento delle sezioni è chiaramente elencato. 19 gruppi di corsi attitudinali e di base e 11 sezioni in più nelle scuole medie e potenziamenti presso il Centro scolastico Industrie artistiche (CSIA) e Scuola Professionale Commerciale di Locarno. Si tratta di necessità e il dipartimento ha risposto.

Un altro motivo risiede nella risposta all’emergenza Ucraina, uno sforzo che, ricordo, non è limitato al DECS, ma ha coinvolto anche altri dipartimenti. Di nuovo, una necessità alla quale si è dovuto rispondere.

Sicuramente centrale è la voce della pedagogia speciale, che sicuramente né oggi né domani smetterà di passare come tema sui nostri banchi, e ha visto un aumento di 142 allievi e allieve. Per fare un confronto, la percentuale di allieve e allievi accompagnata all’interno di classi ordinarie o in classi speciali raggiunge il 2%, il che rimane nettamente sotto la media nazionale (che si aggira intorno al 3.8%). Il progetto di riorganizzazione ed efficientamento “Ripensare l’inclusione” arriva sicuramente in un buon momento, come pure la tavola rotonda per linee guida di gestione delle neurodivergenze. In Commissione formazione e cultura il tema è stato discusso, in particolare chinandosi sul tema della logopedia, e ci si è come fare prevenzione. Un ambito nel quale potrebbe essere utile guardare nei prossimi anni è l’accompagnamento e l’informazione alle famiglie di bambini in età prescolare, proprio per sondare le cause di un aumento di casi difficili e favorirne la gestione più adatta. Giusto un commento, proprio seguendo il filo narrativo della prevenzione: una scuola inclusiva è una scuola dalle spalle larghe, che costa, certo, ma si prende la responsabilità di formare e di anticipare (o prevenire) spese che se no sarebbero a carico della società di domani.

Per quanto riguarda le cifre della cultura naturalmente l’esercizio in sede di manovra di spostare la gestione corrente di Masi e Monte verità sotto il fondo Swisslos non deve invitare ad una soluzione stabile. Ricordiamoci perciò che quei 2.43 mln prima o poi torneranno.

Un’unica domanda riguarda la riduzione di 2 mln alla voce “Contributi enti pubblici e terzi” per le scuole universitarie, fondi federale che (non) sarebbero stati a vantaggio del rafforzamento delle cure infermieristiche. Di cosa si tratta e perché, visto il settore vituperato, non sono stati erogati e riscossi dal Cantone?