30 agosto 2023

INTERROGAZIONE

Coltivazione della vite e mutamenti climatici: l’agroforestazione viticola e il rischio di declassamento delle parcelle da agricole a bosco

L’agroforestazione prevede l’integrazione di alberi ed arbusti su campi e pascoli, come ad esempio il pascolo in selva castanile in Ticino. L’agroforestazione viticola introduce alberi ad alto fusto ed arbusti nella vigna. Densità 42 alberi in 5’000 m2 e con 2000 viti. Vigneto terrazzato stretto, di collina, a forte pendenza.

Nella primavera del 2020 a titolo sperimentale nel Mendrisiotto in un’azienda vitivinicola tra i filari di barbatelle al margine del bosco sono stati piantati una trentina di alberi. Questo concetto, simile alla vite maritata, permette di conservare il paesaggio rurale tradizionale che caratterizzava il territorio del Mendrisiotto.

Gli alberi sono sia ad alto fusto (come sorbo, acero e frassino) che da frutta (come nespolo, corniolo e gelso), sia indigeni che provenienti dal sud dell’Europa (come ulivo, mandorlo, corbezzolo e sughera). La scelta degli alberi si è basata su due criteri: buona adattabilità alle condizioni pedoclimatiche del luogo (tenendo in considerazione il cambiamento climatico) e bassa trasmissione di malattie alla vite.

Come vitigni sono stati scelti l’interspecifico moderno Souvignier gris con una buona tolleranza nei confronti di oidio e peronospora e dell’Americana Isabella e Noah robuste e tradizionali.

Per evitare un’elevata concorrenza (acqua, luce e nutrimenti) tra gli alberi è stata mantenuta una distanza di piantumazione degli alberi di 15 metri. 

Il sistema pioggia si basa su basi progettuali di permacultura ed agricoltura rigenerativa e prevede l‘integrazione di siepi per l’avifauna, un inerbimento misto fiorito a favore di insetti e cataste di legna e sassi per garantire il rifugio a rettili e piccoli mammiferi. La cinta fissa contro i cinghiali permette il passaggio in sicurezza della piccola fauna selvatica e dei cervidi assicurando l’interconnessione agricola.

Obiettivo di questo progetto è una coltivazione diversificata e biologica in un ambiente ad alta biodiversità e fertilità. Si punta ad un’autoregolazione rigenerativa del sistema (resilienza) che diminuisca l’uso di prodotti fitosanitari, alleggerisca il lavoro di viticoltori e viticoltrici e diversifichi i rami di produzione delle aziende vitivinicole. 

L’agroforestazione permette di creare diverse sinergie ecologiche positive:

  • habitat per l’avifauna: alberi, pali in castagno della cinta, posatoi, cassette nido ed assenza di reti antigrandine sui filari.
  • frutti: produzione di frutta amica della vite.
  • chioma: protezione contro la grandine e produzione di ombra per una maturazione fenolica più equilibrata dell’uva e per ridurre l’evapotraspirazione della vite.
  • regolazione del bilancio idrico e grazie alle correnti d’aria lungo gli alberi della temperatura e dell’umidità permettendo un effetto tampone contro situazioni estreme di gelo tardivo e calura estiva.
  • corteccia: rifugio per insetti utili come gli acari predatori.
  • capo frutto della vite legato a 1.20 m per permettere il pascolo e arginare un’infezione primaria da peronospora.
  • pacciamatura di foglie: protezione ed arricchimento del suolo con materiale organico.
  • suolo inerbito contro erosione e traspirazione e per aumentarne la biodiversità.
  • radici: fissazione di carbonio e conservazione di acqua e nutrimenti tramite gli scambi dei funghi micorrizza.

Il progetto pilota si inserisce in un percorso in continua evoluzione e che prevede anche

  • Pascolo di pecore e galline nei mesi invernali
  • Analisi della biodiversità
  • Coltivazione dei pendii con erbe aromatiche
  • Coltivazione di funghi nel bosco
  • Introduzione di orticoltura e campicoltura in vigneto
  • Messa a dimora di siepi per l’avifauna
  • Attività collettive di formazione e svago per tutti e tutte
  • Raccolta e trasformazione di frutta
  • Sviluppo di una rete di agricoltura solidale
  • Graduale ricostituzione del vigneto di merlot con vitigni interspecifici resistenti

Sulla base di queste premesse poniamo al lodevole Consiglio di Stato le seguenti domande:

  1. L’agroforestazione viticola è una pratica agricola innovativa. Come valuta il Cantone nell’ottica dei mutamenti climatici l’introduzione dell’agroforestazione viticola? 
  2. Quanti altri progetti di agroforestazione sono già stati realizzati in Ticino o sono in fase realizzativa o di progettazione?
  3. Esiste il pericolo che a causa di un progetto agroforestale la densità di piante ad alto fusto su parcelle agricole, determini un cambio di destinazione da agricolo a bosco. In quale caso può avvenire? 
  4. Come valuta il Consiglio di Stato la possibilità di includere l’agroforestazione viticola come misura nei pagamenti diretti, siccome impegna molto il viticoltore, ma protegge efficacemente le colture dal cambiamento climatico e dalla siccità oltre a fornire un servizio ecosistemico e paesaggistico? 
  5. Quale è la strategia forestale/agronomica di adattamento al cambiamento climatico? La piantumazione di specie arboree mediterranee e non, più resilienti nel clima che cambia, non autoctone è considerata contraria al principio di tutela del paesaggio, oppure si può iniziare a considerarlo un passo resiliente in campo agronomico e forestale locale in ottica di adattamento al mutamento climatico ormai irreversibile? Queste singole piante da frutto (mandorlo, corbezzolo, avocado, arancia,…) è possibile che possano venir conteggiate nei pagamenti diretti? Esiste una lista aggiornata delle piante riconosciute?
  6. E’ previsto di considerare l’agroforestazione nel progetto “ViSo Ticino – Viticoltura Sostenibile Ticino” per cui il Gran Consiglio ha già stanziato un credito di 1’751’000 a cui si aggiungerà il contributo della Confederazione? Se no perché?
  7. Gli agricoltori del Mendrisiotto hanno vissuto nel 2022 una mancanza di acqua irrigua eccezionale. Nel caso non fosse nuovamente più possibile l’utilizzo di acqua potabile della rete idrica comunale, quindi sarebbero inutilizzabili gli impianti goccia a goccia, quale alternativa è a disposizione degli agricoltori? La costruzione di stagni o la posa di serbatoi sarà in futuro agevolata sui suoli agricoli?

Matteo Buzzi, Samantha Bourgoin, Marco Noi, Giulia Petralli, Nara Valsangiacomo