Intervento Consuntivi 2022 sul DECS, da parte di Nara Valsangiacomo per il gruppo parlamentare Verdi del Ticino

Vicepresidente, Consiglieri e consigliera di Stato, colleghe e colleghi,

Apro volutamente il mio intervento dal tema della cultura, troppo spesso ignorato, emblematico anche il fatto che il tema non sia stato citato finora.

Il settore culturale rappresenta un ampio ventaglio di realtà: dalla tutela del patrimonio storico e linguistico esistente alla produzione artistica originale, passando per realtà grandi e piccole, istituzionalizzate e indipendenti. Tale varietà non si può dire venga rispecchiata nella disponibilità di fondi per la cultura, i quali prediligono servizi certamente rilevanti, ma dimenticano l’importanza della cultura indipendente. Con l’esperienza della Straordinaria è stata portata anche in Ticino in misura contingente una visione concreta e un’opportunità di riflessione: mancano non soltanto fondi, ma anche spazi per promuovere la cultura dal basso. Sono numerose le vulnerabilità che vivono le e gli operatori culturali: mancanza di fondi, salari irregolari e conseguenti fragilità nel sistema di previdenza. Se la cultura ha un valore societario fondamentale e non si riduce all’unico tornaconto finanziario, di certo chi vi opera necessita invece di maggiori sicurezze. Tali riflessioni sulla gestione e destinazione dei fondi dedicati alla cultura, come pure la valorizzazione degli auspici per più spazi dedicati sono esemplificate nell’interrogazione inoltrata recentemente da Giulia Petralli per il nostro gruppo.

Arrivando ora alla scuola: va senz’altro ripetuto la scuola è un investimento. Nei conti consuntivi figura come per l’anno 2022 vi sia stato un aumento e uno scostamento delle spese legato ad investimenti nella pedagogia speciale. Tali aumenti vanno onorati per il servizio che permettono di sostenere e non rispecchiano un mero aumento di spese, ma anche un aumento delle necessità nell’ambito scolastico ticinese, un aumento dei bisogni della popolazione, cui il dipartimento ha risposto. (si parlava prima di bisogni infiniti: i bisogni cui non si risponde diventano mancanze croniche e infine costi, sia monetari che societari.)

Decisione recente, ma di certo non frutto di un dibattito breve è la sperimentazione per il superamento dei livelli. Evoluzioni positive riguardano senz’altro l’approvazione di laboratori di studio per tedesco e matematica, permettendo una modalità di apprendimento più concreto. In rispetto a tale misura approvata nella scorsa legislatura chiediamo alla Consigliera di Stato di esplicitarne l’applicazione.

Altre menzioni positive riguardano la cancellazione del numero chiuso per l’accesso all’anno passerella: misura su cui si è purtroppo però ritrattato anzitempo rispetto al periodo di analisi, reintroducendo il numero chiuso, seppur con numeri maggiori rispetto a quanto applicato precedentemente (75 persone invece di 50). Vediamo con favore l’introduzione dell’obbligo di frequenza obbligatoria, sicuramente più utile e paritaria a risolvere le complessità di questa offerta formativa rispetto alla limitazione delle persone ammesse, ambito in cui speriamo una riconsiderazione. Nell’ambito della scuola professionale accogliamo l’implementazione di iniziative orientative più concrete e vicine al territorio come il progetto Mille strade.

Nel tema della prevenzione e della formazione sulle discriminazioni e sulla violenza di genere – incresciosamente emblematico il fatto già citato presso il Liceo di Lugano – vige un’etica e fondamentale urgenza. Vediamo positivamente la recente instaurazione di segnalazioni obbligatorie, il che evidenzia l’inizio di una formalizzazione chiara di misure fondamentali. A tutto tondo sarà fondamentale recuperare i ritardi in termini di educazione di genere secondo le ratifiche da parte della Confederazione – ratifiche non più molto recenti – alla Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne detta CEDAW e alla Convenzione di Istanbul. Si tratta di una fondamentale forma di prevenzione delle discriminazioni e di promozione della parità.

Dati problematici riguardano anche la diminuzione dell’offerta di formazione continua, fondamentale per il nostro gruppo in particolare per l’evoluzione verso un’economia verde, il che necessiterà di servizi di riqualifica per la forza lavoro.

Infine, un ambito che vede ancora sviluppi a macchia di leopardo è la promozione dell’insegnamento in natura e una giusta considerazione del nostro ampissimo e peculiare patrimonio naturale ticinese. Numerose sono le istituzioni che si occupano di conservazione della biodiversità nel nostro Cantone che potrebbero trovare maggiore valorizzazione nell’ambito scolastico. Questo attraverso aule in natura, insegnamento di scienze e materie affini all’aperto e collaborazione con servizi cantonali e associazioni di tutela e conservazione dell’ambiente. Ciò naturalmente non potrebbe che andare a beneficio di una coraggiosa promozione dei temi della sostenibilità, così urgenti, come dimostra la recentissima approvazione della Legge Clima a livello federale e il cospicuo sostegno da parte della popolazione ticinese.

Vi ringrazio per l’attenzione.