Sfruttiamo i margini legislativi cantonali per ampliare la produzione di energie rinnovabili
Grazie presidente, consigliere di stato, colleghi e colleghe,
La mozione in esame è stata inoltrata a seguito della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e dai problemi tecnici del nucleare francese. Essa ha il pregio di aver colto la preoccupazione riguardo all’approvvigionamento e di aver portato anche a livello cantonale la discussione sulle procedure di installazione di sistemi che sfruttano le energie rinnovabili.
In linea generale la commissione ritiene che la semplificazione delle procedure è ovviamente benvenuta proprio per raggiungere il più velocemente possibile gli obiettivi di aumento della produzione di energia e per assicurare il più velocemente possibile un approvvigionamento energetico clima-neutrale.
Tuttavia la semplificazione non può esimersi dal considerare almeno in parte tutti gli interessi in gioco e la legislazione che regola la progettazione e la realizzazione di progetti nelle energie rinnovabili.
Le leggi ed i regolamenti a livello cantonale che toccano anche l’ambito delle energie rinnovabili si basano in gran parte sulla legislazione federale, segnatamente per quanto concerne la protezione dell’ambiente. Esse si basano inoltre sui principi costituzionali della proporzionalità, della ponderazione degli interessi, della sicurezza del diritto e della possibilità ricorsuale che evidentemente non possono essere disattesi a meno di definire degli interessi nazionali preponderanti, ciò che è stato fatto e si sta facendo almeno in parte a livello federale.
Il potenziale maggiore ancora sfruttabile in Ticino riguarda il solare fotovoltaico. Va però sottolineato che il potenziale maggiore di produzione di energia fotovoltaica in Ticino si trova sulla superficie dei tetti degli edifici già esistenti. La forte crescita delle istallazioni sugli edifici negli ultimi due anni lo dimostra.
Tutte le modifiche legislative introdotte negli ultimi anni permettono ora la realizzazione di impianti solari, sufficientemente adattati ai tetti, all’interno delle zone edificabili e in quelle agricole senza far capo alla procedura di rilascio dell’autorizzazione edilizia, bensì tramite un semplice annuncio all’autorità competente. L’obbligo della domanda di costruzione rimane valido solo per la posa fuori zona, per impianti nei nuclei storici, negli insediamenti ISOS d’importanza nazionale, nelle zone di protezione del paesaggio, sui rustici e sui beni culturali, e questo per permettere la ponderazione degli interessi presenti.
Il margine di manovra legislativo nel caso di impianti solari sui laghi artificiali è già stato sfruttato da questo Gran Consiglio accettando l’iniziativa elaborata in tal senso.
A livello cantonale rimarrebbe un margine nel caso di impianti solari alpini fuori zona che non soddisfano i criteri federali allentati, e nel caso di impianti fotovoltaici in zona edificabile o agricola non inseriti sugli edifici.
Il messaggio governativo presenta già un rapporto piuttosto esaustivo. Esso può quindi essere considerato alla stregua del rapporto chiesto dalla mozione in quanto passa in rassegna le possibilità in tutti i settori delle energie rinnovabili in Ticino. In questo senso la mozione potrebbe essere considerata già evasa.
Tuttavia proprio per sfruttare tutti i margini ancora possibili a livello Cantonale la Commissione ritiene di approvare parzialmente la mozione per chiedere al Consiglio di Stato di redigere un rapporto contenente una proposta riguardante i due punti menzionati prima che ripeto e preciso.
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Il primo prevede la facilitazione dell’istallazione del solare fotovoltaico non integrato negli edifici nelle zone edificabili o agricole, in particolare per l’introduzione di una procedura facilitata analoga a quella vigente sugli edifici, definendo chiaramente i criteri che devono essere soddisfatti per usufruire di questa opzione.
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Il secondo prevede la creazione di un piano cantonale per il fotovoltaico di medie dimensioni fuori zona con chiari criteri da soddisfare e zone adatte, sia in termini di potenziale produttivo e infrastrutture necessarie e già presenti, che in termini naturalistici e paesaggistici.
E importante far notare che la definizione da parte del Cantone di ulteriori zone idonee o non idonee per la produzione di energie rinnovabili al di fuori degli edifici e delle infrastrutture esistenti dovrà in ogni caso essere fatta nel caso in cui venisse approvato in votazione popolare il prossimo 9 giugno il pacchetto legislativo noto come legge elettricità. Non si tratta quindi di un compito aggiuntivo per il Cantone.
La Commissione auspica infine che il Consiglio di Stato si attivi presso i comuni in modo da raggiungere un approccio il più possibile uniforme riguardo l’istallazione del solare fotovoltaico o termico nei nuclei con vincoli di protezione. L’approccio il più uniforme possibile è da intendersi differenziato per ogni tipologia di nucleo, fermo restando che rimane ovviamente valida l’autonomia comunale.
Per quanto esposto la Commissione Ambiente Territorio ed Energia invita quindi il Gran Consiglio ad approvare solo parzialmente la mozione limitatamente ai due punti presentati.
Grazie