Presidente, consiglieri di stato, colleghe e colleghi

Sarò sintetica, perché nel mentre che la trattanda veniva evasa, il Sindacato VPOD che ha lanciato il referendum ha anche raccolto le firme necessarie per la sua riuscita. Le firme verranno consegnate il 18 aprile e il referendum dunque ci sarà. 

Ciò detto, il progetto per un nuovo “Finanziamento unitario delle prestazioni stazionarie e ambulatoriali” (il progetto denominato EFAS) è una riforma della LAMal, che rivede il finanziamento del sistema sanitario e impone una nuova ripartizione delle spese tra cantoni, casse malati e assicurati. 

In base al  nuovo disegno EFAS, il sistema sanitario sarebbe finanziato, sia in ambito stazionario che ambulatoriale, secondo un’unica formula, dove gli assicuratori malattia (le casse malati) saranno chiamate a finanziare il 73,1% dei costi sanitari e i Cantoni a versare agli assicuratori un contributo obbligatorio del 26,9% del costo delle prestazioni LAMal. 

Di fatto, l’EFAS è stato fortemente bramato delle casse malati, poiché permette alle stesse di controllare l’intero sistema sanitario, limitando di conseguenza la presenza dei Cantoni nel finanziamento delle cure ospedaliere e pure di quelle di lunga degenza. L’EFAS permetterà di fatto alle casse malati di organizzarsi in un’istituzione comune, per gestire i miliardi pagati dai Cantoni (stimati a circa 11 miliardi di franchi), nonché i premi degli assicurati (stimati a circa 37 miliardi di franchi). A loro sarà affidato il compito di finanziare le cure che compaiono nel catalogo dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie; condurranno le trattative sulle tariffe con i prestatori delle cure (ospedali, case anziani e via dicendo); definiranno l’importo dei premi e il relativo incasso. Rimarranno compiti cantonali solo l’identificazione dei bisogni sanitari, la programmazione delle cure, la definizione degli obiettivi di salute pubblica, nonché l’attività di prevenzione. 

Tutto ciò è estremamente pericoloso. 

Per quanto concerne le cure di lunga degenza, EFAS eliminerà inoltre la disposizione della LAMal che trasferisce agli assicurati solo una parte dei costi, fino a un massimo del 20% del contributo massimo stabilito dal Consiglio federale. In futuro, qualsiasi aumento dei costi sarà sostenuto direttamente dai residenti/utenti. A causa del costante aumento della speranza di vita e a causa della dimezzata partecipazione dei Cantoni alla copertura dei costi, che aumenteranno fortemente, i premi non potranno che aumentare di conseguenza, e questo a discapito degli assicurati stessi. santésuisse prevede dei costi di premi supplementari per quasi 10 miliardi di franchi entro il 2040.

Di fatto, l’EFAS rappresenta un ulteriore passo indietro dal punto di vista sociale, poiché l’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie è finanziata attualmente dagli assicurati a prescindere dalla loro capacità finanziaria. 

La riforma porterà inoltre a un aumento della pressione sul personale, perché ogni minuto consacrato alle cure sarà razionato e scrutinato. Più pazienti dovranno essere curati in meno tempo. Difatti, EFAS non risolve il problema del sovraccarico del personale, poiché non alleggerisce la pressione finanziaria di ospedali pubblici, cliniche, case anziani o servizi di cure a domicilio senza scopo di lucro. Pressione finanziaria che nelle strutture citate, al contrario, aumenterà, dato che il sistema EFAS porterà un maggiore supporto ai centri di cura orientati puramente al profitto.  

In conclusione EFAS, porterà a un aumento dei premi malattia per gli assicurati, aumenterà ulteriormente la pressione sulle condizioni di lavoro delle operatrici e degli operatori sociosanitari, darà alle casse malati un enorme potere decisionale in merito alla gestione di miliardi di franchi attualmente amministrati dai Cantoni, orientando il sistema socio-sanitario svizzero ancora di più verso la creazione di società commerciali indirizzata solo al profitto.

EFAS va dunque contestato appena saremo chiamati alle urne.