Nei quotidiani del 11 giugno è apparsa l’informazione che il Municipio di Bellinzona sta valutando un eventuale ricorso al TF contro la decisione del Tram di bocciare la variante di piano regolatore che vorrebbe rendere edificabile 24’000 mq di terreno agricolo.

Il Municipio per bocca di Simone Gianini ha affermato che tale comparto è “strategico” per lo sviluppo economico di Bellinzona. Questa visione politica merita una presa di posizione per diversi aspetti.

Se è sensato che il Municipio faccia un discorso di sviluppo economico per rendere un po’ più dinamico il nuovo comune, é altrettanto doveroso che lo stesso presti rigorosa attenzione alla salvaguardia del territorio, affrontando conseguentemente i dettami della legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT). Essa mira a salvaguardare le basi naturali della vita (suolo, acqua, aria, bosco e paesaggio) contenendo l’estensione delle zone edificabili. Proprio in questo senso si è resa necessaria una revisione del Piano direttore cantonale (ancora pendente) con la quale si parla piuttosto di dezonamenti, ovvero di togliere l’edificabilità a dei terreni, che di azonamenti (renderli edificabili).

Il Municipio di Bellinzona cosa fa invece? Procede ad azonamenti su azonamenti, sostenendo sistematicamente che questi siano “strategici”, ovvero vitali per la sopravvivenza dei Bellinzonesi e dei cittadini della regione.

Come Verdi del Bellinzonese siamo convinti che il Municipio stia perseguendo una politica economica espansionistica non sostenibile (discorso comunque estendibile a livello cantonale), che si ripercuoterà inevitabilmente proprio sulle basi naturali della nostra vita, che ne pregiudicherà la qualità. L’auspicata politica economica di Bellinzona comporta costantemente il sacrificio di terreno verde: vedi lo spostamento delle Officine con 130’000 mq di terreno agricolo da sacrificare, il nuovo ospedale ai Saleggi con svariati mila mq di verde da sacrificare o ancora i terreni agricoli in zona Pratocarasso per più di 200’000 mq.

In questo momento storico dove gli ecosistemi sono a rischio collasso e dove si parla sempre più di sovranità alimentare è pura ipocrisia e disonestà intellettuale sostenere che tutti questi sacrifici siano strategici. Non basta inserire in un progetto edilizio un bel parco urbano per considerare protette le basi naturali della vita. Se Bellinzona vuole essere innovativa, come pretende di essere con l’aggettivo “nuova”, deve poter ragionare in maniera più approfondita e rigorosa sul proprio sviluppo economico. Senza sconti e senza ipocrisie.

Marco Noi e Ronnie David
Consiglieri comunali dei Verdi