Lodevole Municipio,

risanare un fondo inquinato rappresenta un dovere morale (e legale) di un ente pubblico nei confronti delle future generazioni, ma in questo caso anche e soprattutto a tutela degli abitanti e della fauna e della flora di quel comparto della nuova Città.

Come si sia per contro arrivati ad accettare una simile situazione per molti anni, con aziende che danneggiano pesantemente il territorio, inquinandolo e deturpandolo, per poi filarsela a gambe levate dovrebbe rappresentare un monito per la politica del futuro, affinché non si ripetano atti di inquinamento del suolo così gravi e che chi danneggia è chiamato a giudizio sia dal punto di vista legale che finanziario.

Dalla lettura del messaggio Municipale e dalla relazione commissionale appare tuttavia piuttosto evidente come la Città e il Cantone nutrano ben poche speranze di riuscire a rifarsi su chi ha perpetrato tale danno ambientale (perturbatori per comportamento) e recuperare le pesanti spese (si parla complessivamente di 20-25 milioni di franchi) per il risanamento. Un atteggiamento che appare decisamente troppo rinunciatario, contrario anche ad un utilizzo parsimonioso e corretto delle risorse pubbliche.

L’utilizzo in questo contesto anche dei contributi di delocalizzazione (fondo finanziato in ultima analisi ancora dai cittadini) appare come una mossa di resa nella volontà di far valere i propri diritti nei confronti dell’ultima proprietà della Petrolchimica SA ovvero la ditta Tamoil SA.

I Verdi sono pertanto convinti che la Città debba intraprendere tutti i passi necessari anche a livello di pressione pubblica affinché quest’ultima ditta, o chi con il risanamento potrà trarne beneficio economico, siano chiamati a contribuire significativamente alle spese di risanamento del sedime.

Alla luce di questi elementi, I Verdi chiedono al Municipio di informare Consiglio comunale gentilmente prima della trattazione del dossier nel plenum e di rispondere ai seguenti quesiti:

 

  • Per quale ragione la Città ha deciso di assumere la competenza della committenza nell’ambito di questi lavori?

  • Per quale motivo si e deciso di far capo ai fondi per la delocalizzazione delle imprese (finanziate evidentemente con fondi pubblici) piuttosto che intavolare una seria discussione sulla partecipazione dei costi (previsti complessivamente attorno ai 20-25 milioni) da parte degli ex-proprietari?

  • Che tipo di azione intende promuovere la Città volta a recuperare quanto speso con i perturbatori per comportamento ?

  • Che passi intende fare nei confronti della Tamoil SA, ultima proprietaria della petrolchimica SA e che ha generato situazioni di tensione simili anche in altre realtà (esempio raffineria di Collombey (VS))?

  • E’ immaginabile che a fronte di un diniego di partecipazione ai costi da parte di questa ditta la Città avvii una campagna di sensibilizzazione verso la popolazione del comportamento ambientalmente irresponsabile di questa ditta?

  • In che misura il patriziato di Preonzo, proprietario di terreni adiacenti presumibilmente inquinati nel sottosuolo sarà chiamato alla cassa per il risanamento dei loro fondi? Qualora non lo fosse, per quale ragione?

  • Corrisponde al vero che la stima del fondo 699 RFD Preonzo è di 2,83 milioni di franchi, che ricordiamo è stato pagato dalla ditta Gerre SA 1 franco?

  • Quali restrizioni sono previste sul fondo una volta ultimati i lavori di risanamento ed in relazione alla frana? Che tipo di sfruttamento è immaginabile? E’ immaginabile che su quel sedime sia possibile procedere con un deposito di inerti come da intenzioni iniziali della proprietà? Se sì come mai data la vicinanza con la zona della frana? Intende il Municipio far partecipare direttamente il proprietario ai costi in che misura?

  • La ditta incaricata dalla Città (EVOLVE SA) con l’ennesimo mandato diretto dello studio che esperienza ha nell’ambito del risanamento ambientale e nell’ambito dell’idro-geologia? Per quali motivi è stata scelta? L’ingegnere titolare della ditta ha esperienza in questo settore? Ci sono opere che vengono subappaltate a terzi con il rischio che lavori e smaltimenti non vengano svolti a regola d’arte? Eventualmente a chi?

  • Vi sono altri terreni sul suolo di Bellinzona che potrebbero vivere una situazione analoga a quella in oggetto? È ipotizzabile istituire un Fondo per risanamenti ecologici alimentato anticipatamente da proprietari o usufruttuari di un terreno su cui si svolge un’attività potenzialmente dannosa, prima che i perturbatori per comportamento, per un motivo o per l’altro, abbiano lasciato il terreno stesso?

 Ringraziando per le risposte, inviamo cordiali saluti.

 

Per I Verdi del Ticino

Ronald David                                                                                  Marco Noi