Stranamente certe decisioni vengono rese pubbliche solo dopo le elezioni. Intendiamoci, il Piano regolatore di Genestrerio consente l’edificazione del capannone Swatch-Distico e solo una presa di posizione politica che chiarisca il concetto che siamo stufi di capannoni senza valore aggiunto per i residenti, potrebbe porre argine ad una situazione fuori controllo in tutto il Mendrisiotto (se non nel Ticino intero).


Noi, abitanti della Prella, abbiamo inoltrato un ricorso al progetto ponendo l’accento sulla viabilità del comparto, con una strada secondaria (la via Prella appunto) che s’immette sulla strada principale (via Canova), dove si riversa già il traffico proveniente da Bizzarrone e dove ogni mattina bisogna «forzare», sperando che le auto provenienti da Mendrisio che arrivano in curva a 50 km/h (quelli che rispettano il limite) non ci distruggano l’auto.

Ricordiamoci che in via Prella, oltre agli abitanti senza valore quali ci sentiamo, ci sono anche il centro logistico della Posta, la nuova ubicazione della HG commerciale, 4 o 5 altre ditte oltre alla nuova cantina «Agriloro». E allora ecco il motivo che si poteva usare per impedire una nuova edificazione, se si dimostrava abbastanza coraggio.

E invece no. Benvenuta Distico, con i suoi operai provenienti da oltre confine (gli unici che possono lavorare agli stipendi offerti) e accontentiamoci del fatto che gli stessi non andranno più nel Luganese, sempre sperando che non vengano da Ponte Tresa o da Gandria. Accontentiamoci anche dello studio allegato al progetto che bellamente afferma che 362 movimenti/giorno sono sopportabili.

Bella la trasmissione a «Falò», dove si spiegava che in Ticino ci sono altre zone industriali, magari non vicine a biotopi riconosciuti a livello europeo, e altri capannoni vuoti che si potrebbero convertire a questi scopi; invece la grande Mendrisio ha bisogno di queste ditte, e già non si ricorda lo scempio di San Martino, perché c’è un bellissimo svincolo che stiamo pagando tutti, che risolverà il problema.

Del resto cosa ci si può aspettare da politici che quando si parla di verde alzano lo sguardo e indicano il Monte Generoso e il San Giorgio dicendoti: «Guarda quanto verde c’è».

Romano Mastrobattista
Genestrerio