Fig 1. Invasione del poligono del Giappone sul Cassarate in zona Ruggì a Pregassona (foto giugno 2014)

A tratti, gli argini del Cassarate sono completamente ricoperti dal poligono del Giappone, annoverato tra le specie alloctone invasive più dannose e difficili da eradicare in assoluto, la cui dispersione nell’ambiente è vietata in Svizzera. Durante i lavori di riqualifica del fiume al Piano della Stampa, la specie è stata diffusa massicciamente a valle e ora rischia di invadere il Cassarate anche da Viganello alla Foce. Il problema non si risolverà col tempo, senza un intervento adeguato, ma è destinato ad aggravarsi.

Introduzione

Al Piano della Stampa si trova una popolazione di poligono del Giappone (Reynoutria japonica Houtt.) fra le più grandi della Svizzera. Annoverata fra le piante invasive più temute in assoluto a livello mondiale[1], la specie è in grado di formare estesi e densi popolamenti in particolare lungo i corsi d’acqua. Può soppiantare completamente e durevolmente la vegetazione indigena (danno alla biodiversità), deteriorare i manufatti diminuendo la stabilità degli argini e aumentando i problemi di erosione (danno alle infrastrutture) e, poiché raggiunge i 3 m di altezza, può ostruire completamente la vista e l’accesso alle rive (danno socioeconomico alle attività di svago, Fig. 1)[2]. Assieme alla terra, alle macchine da cantiere contaminate e lungo i fiumi con le piene, la specie si diffonde con il trasporto di frammenti di gambi e rizomi (fusti sotterranei) che riattecchiscono con estrema facilità (bastano frammenti di pochi cm per rigenerare una colonia). La sua presenza al Piano della Stampa è legata all’esistenza storica di discariche, di aziende edili e di commercio di inerti; infatti nel 2011 gli argini del fiume ne erano completamente invasi (Fig. 2).

Fig. 2 Le rive del Cassarate in zona Maglio invase dal poligono del Giappone prima dei lavori di riqualifica del 2012-2013 (foto: 21.05.2011)

Aspetti legali

Per le sue caratteristiche il poligono del Giappone è stato iscritto nell’allegato 2 dell’Ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente[3] (OEDA), come specie la cui utilizzazione nell’ambiente è vietata. Ai sensi di legge, per “utilizzazione nell’ambiente” si intende qualsiasi attività intenzionale condotta all’esterno di ambienti confinati, ad esempio l’impiego, la moltiplicazione, il trasporto, il deposito o lo smaltimento (Art. 3. OEDA). Fanno eccezione le misure intese a combattere tali organismi; in quel caso il materiale di sfalcio o di sterro inquinato da organismi alloctoni invasivi vietati deve essere riciclato o smaltito nel luogo in cui viene prelevato in modo tale da escluderne la moltiplicazione incontrollata e l’ulteriore diffusione (Art. 15. OEDA).

Lotta al poligono

Falciando sei volte all’anno è possibile ridurre nettamente la biomassa di poligono nel giro di 5 anni, senza però eliminarlo del tutto. Nel caso di popolamenti sui corsi d’acqua l’unico provvedimento a garantire l’eliminazione completa del poligono del Giappone è lo scavo meccanico del suolo[4], tenendo conto che l’uso di diserbanti è vietato in prossimità dei corsi d’acqua[5]. Gli scarti vegetali devono essere preferibilmente inceneriti per l’inattivazione definitiva e il materiale di sterro contaminato smaltito in discarica profonda (a 5 m di profondità per almeno 10 anni)[6]. È facile immaginare che i costi per eliminare o perlomeno per contenere la specie siano molto elevati (a titolo di esempio, lo sfalcio ripetuto di un popolamento di 10m2 di poligono con l’obiettivo di diminuire la biomassa senza eliminarlo del tutto, costa 6’000 CHF sull’arco di 4 anni[7]).

Buone norme durante i cantieri

Il gruppo di lavoro intercantonale sui neobiota invasivi[8] (AGIN), redige e pubblica una serie di documenti e informazioni per l’applicazione corretta delle leggi in materia di organismi alloctoni invasivi. Nel caso di progetti edili alla presenza di specie invasive vietate, ricorda l’obbligo di evitare che il materiale di scavo contaminato da frammenti di piante capaci di rigenerarsi venga diffuso o mischiato con materiale di sterro pulito[9], in particolare attraverso la marcatura dei nuclei di invasione prima dei lavori e pulendo i macchinari di cantiere dopo l’impiego. Inoltre, nel caso di diffusione non autorizzata di specie vietate, l’AGIN raccomanda di riversare i costi che derivano dai lavori di bonifica sugli operatori che hanno realizzato le opere secondo il principio di responsabilità estesa (“chi inquina paga”).

Invasione sul Cassarate

Nell’estate 2014 è stata inaugurata, al Piano della Stampa, l’opera di sistemazione del Cassarate per un costo totale di circa 5 Mio CHF, che comprende lavori di premunizione contro le piene, il recupero ambientale delle rive e la valorizzazione del corso d’acqua quale luogo di svago di prossimità. L’ opera fu commissionata dal Consorzio Valle del Cassarate e golfo di Lugano, in collaborazione con la Città di Lugano. Nel giro di un anno l’area è di nuovo massicciamente invasa dal poligono, che probabilmente supererà a breve addirittura l’estensione precedente il cantiere, essendoci ora più spazio da colonizzare a disposizione (alveo e rive più larghe, Fig 3.)

Fig. 3 A un anno dalla fine dei lavori il poligono del Giappone ha ricolonizzato le rive del Cassarate (Foto scattata in zona Maglio il 23.05.2015)

Durante la fase di cantiere sugli argini del fiume, in Città di Lugano si potevano osservare per parecchie settimane grandi quantità di frammenti di rizomi e fusti del poligono del Giappone presi dalla corrente e depositati più a valle (Fig. 4). Poco dopo questi cominciavano ad attecchire e germogliare lungo tutto il corso del Cassarate precedentemente libero dalla specie (da Pregassona alla foce, vedi Fig. 5). A distanza di un anno o due un gran numero di piantine sono ormai saldamente istallate (Fig. 5).

Fig. 4 Rizomi e fusti del poligono del Giappone dispersi dal Cassarate presso lo studio Foce, intorbidito dal cantiere al Piano della Stampa (foto 21.06.2012)
Fig 5. Esempi di nuclei di poligono del Giappone scaturiti dai frammenti provenienti dal cantiere al Piano della Stampa e depositati dal fiume a valle. a. frammento di pianta appena riattecchito presso il ponte di Viale Cattaneo (luglio 2013). Piante saldamente istallate a: b-c: Pregassona (maggio 2015); d-e: Viganello (aprile 2015); f: Lugano centro, Viale Cassarate (maggio 2015); g: Parco Ciani (maggio 2015)

Alla luce di quanto esposto chiediamo al Municipio:

In relazione agli organismi alloctoni invasivi in generale

  • La Città dispone di una strategia di prevenzione e di lotta contro gli organismi alloctoni invasivi? Se sì, quali sono gli obiettivi principali?
  • Nell’amministrazione comunale esiste un responsabile degli organismi alloctoni invasivi con conoscenze sufficienti del soggetto e commisurato potere di intervento?
  • La Città dispone di conoscenze sulla diffusione delle piante invasive vietate e dannose sul proprio territorio? Esiste un catasto dei siti contaminati e/o una carta del rischio?
  • È assicurato che durante i cantieri e i lavori di gestione del verde pubblico sia evitata la moltiplicazione incontrollata di organismi alloctoni invasivi nel rispetto della legge? In che modo (pianificazione degli interventi, esecuzione, smaltimento di materiale di sfalcio e di sterro)?
  • In occasione di appalti edili pubblici è stabilito contrattualmente che la legge (in particolare l’Ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente) deve essere rispettata e che i sedimi devono restare liberi da organismi alloctoni invasivi a conclusione dei lavori? Durante i collaudi vengono rilevate eventuali presenze di tali organismi?
  • Il Comune può descrivere i costi che dovranno essere sostenuti in futuro a causa delle piante invasive dannose? E i benefici (o risparmi) che derivano da misure preventive appropriate?
  • il Municipio crede che il problema delle specie alloctone invasive si risolverà da solo? Se sì, nell’arco di quanto tempo, e sulla base di quali evidenze scientifiche?
  • In relazione alla riqualifica del Cassarate al Piano della Stampa e della creazione dell’”asse verde”
  • Durante la fase progettuale, di preparazione, esecuzione e collaudo sono state rispettate le buone norme e le ordinanze in vigore in relazione alla problematica del poligono del Giappone (lotta ai focolai prima degli interventi, impedimento di diffusione ulteriore durante gli interventi, posa di reti nel fiume, smaltimento corretto di materiale di sfalcio e di sterro, collaudo di cantiere mirato alla problematica e successiva gestione mirata a evitare una ricolonizzazione a fine cantiere)?
  • Come intende la Città mantenere la promessa ai cittadini di “rendere il fiume accessibile e fruibile” e di “poter vivere pienamente il fiume e i suoi spazi”[10], tenuto conto che, in assenza di misure drastiche, a breve il fiume sarà nascosto da un muraglione impenetrabile di poligono del Giappone (vedi Fig. 1)?
  • Si intende intervenire precocemente per eliminare completamente i nuovi focolai di poligono del Giappone sul Cassarate in centro città scaturiti dai lavori al Piano della Stampa prima che questi abbiano invaso l’alveo nella parte bassa del fiume? Se sì in che modo?
  • In assenza di tempestive misure di lotta volte a eliminare completamente tali focolai, come valuta il Comune l’accresciuto rischio di instabilità degli argini murati del Cassarate in zona urbana, tenuto conto che il poligono del Giappone è in grado di bucare asfalto e cemento?
  • Il Comune intende seguire le raccomandazioni della Conferenza dei capi dei servizi per la protezione dell’ambiente della Svizzera[11] e riversare i costi che derivano dai lavori di bonifica sugli operatori che hanno realizzato le opere e che sono responsabili della diffusione incontrollata di una specie vietata, alla luce delle estese conoscenze sul comportamento del poligono del Giappone delle quali si disponeva già prima del cantiere?

 

Con i migliori saluti e ringraziamenti,

Nicola Schoenenberger (Verdi)
Fausto Beretta Piccoli (Verdi)
Maristella Patuzzi (Verdi)
Simona Buri (PS)
Marco Jermini (PS)
Antonio Castelli (LdT)
Maddalena Ermotti-Lepori (PPD)
Sara Beretta Piccoli (PPD)
Giovanni Bolzani (PLR)

[1] 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species: http://www.issg.org/worst100_species.html

[2] www.infoflora.ch/assets/content/documents/neofite/inva_reyn_jap_i.pdf

[3] Ordinanza del 10 settembre 2008 sull’utilizzazione di organismi nell’ambiente (Ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente, OEDA) RS 814.911

[4] http://extranet.kvu.ch/files/documentdownload/150218093201_05_R_Poligono.pdf

[5] Ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici (ORRPChim), RS 814.81

[6] http://extranet.kvu.ch/files/documentdownload/150331110905_Umgang_mit_biologisch_belastetem_Aushub.pdf

[7] www.awel.zh.ch/internet/baudirektion/awel/de/biosicherheit_neobiota/neobiota/pilotversuch_japanknoeterich/_jcr_content/contentPar/downloadlist…

[8] www.kvu.ch/it/gruppi-di-lavoro?id=138

[9] http://extranet.kvu.ch/files/documentdownload/150423161504_AGIN-Flyer_Neophyten_bei_Bauvorhaben.pdf

[10] http://www.lugano.ch/ambiente-territorio/grandi-progetti/foce-del-cassarate.html

[11] http://extranet.kvu.ch/files/documentdownload/150423161504_AGIN-Flyer_Neophyten_bei_Bauvorhaben.pdf