Il primo gennaio 2020 è entrato in vigore il nuovo regolamento sui rifiuti, che prevede l’uso obbligatorio generalizzato del sacco rosso per i rifiuti solidi urbani (RSU) e in via sperimentale la possibilità di consegnare agli ecocentri gli scarti di cucina e i contenitori in poletilene. A un anno di distanza pensiamo che il Consiglio comunale debba essere informato sull’andamento delle nuove modalità di raccolta. Il Municipio aveva dato alcune indicazioni in merito il 17 settembre 2020, con qualche dato quantitativo, che abbiamo potuto leggere sugli organi di informazione, insieme al comunicato stampa che annunciava l’inizio, col mese di ottobre, del progetto pilota per il servizio gratuito di ritiro a domicilio delle principali tipologie di rifiuti per le fasce più “deboli” della popolazione nei quartieri di Besso, Molino Nuovo e Viganello, in collaborazione con “Saetta Verde”. Proprio mentre stavamo preparando questa interrogazione, è infine uscita una pagina sul «Corriere del Ticino» (12 gennaio) con alcuni dati relativi al periodo gennaio-novembre, forniti da Lorenzo Fornara, capo area servizi tecnici della Divisione spazi urbani di Lugano. Dati che confermano il trend indicato a settembre, con una diminuzione del 25% dei rifiuti solidi urbani. Sempre da quell’articolo sappiamo che fino a novembre si sono raccolti circa tre tonnellate di PE e 180 tonnellate di scarti umidi.

Con questa interrogazione chiediamo informazioni più puntuali su questo anno di novità e sperimentazioni nel campo della raccolta dei rifiuti.

Prima di porre alcune domande precise ci teniamo a ribadire una considerazione di carattere generale. Non vi è dubbio che l’ottimizzazione della raccolta separata e dei processi di riciclaggio e recupero costituisca un passo avanti importante nella gestione del problema dei rifiuti. Tuttavia il vero obiettivo a medio termine dovrebbe essere la drastica diminuzione della quantità complessiva di rifiuti da trattare. Ciò comporta necessariamente un ripensamento delle modalità di produzione e consumo: l’elemento centrale della sostenibilità e dell’economia circolare non sta infatti nella separazione/riciclaggio ma in un’organizzazione dei processi produttivi e distributivi che generi meno scarti e in un consumo sobrio e consapevole che a sua volta ne determini la riduzione. La vera soluzione non sta quindi nel moltiplicare e perfezionare i punti di raccolta ma nel produrre meno rifiuti.

Detto questo, veniamo ad alcuni aspetti della raccolta dei rifiuti a Lugano.

Con l’introduzione del sacco a pagamento la massa dei rifiuti solidi urbani è diminuita, si è detto, del 25%, con un aumento proporzionale del riciclaggio. Quanto al mancato rispetto del regolamento, si è saputo che la città ha iniziato a effettuare controlli e a emettere multe (una decina di sanzioni per settimana).

Grazie ai contenitori interrati di prima generazione, che ancora permettono, vivaddio!, un’ispezione visiva, abbiamo potuto farci un’idea diretta della situazione. Sulla base dei sondaggi che abbiamo fatto in estate e a fine anno ci sembra di poter giungere a due conclusioni:

  • c’è stato un certo miglioramento in questi ultimi sei mesi. In estate i sacchi neri o selvaggi erano parecchi (si è anche visto, tra l’altro, chi attraversava la strada fino al contenitore con il sacco nero dentro quello rosso e poi rovesciava il nero nel contenitore riportandosi a casa il sacco a pagamento da riutilizzare).
  • resta tuttavia una quantità non irrilevante di spazzatura gettata nei contenitori in sacchi non conformi. Le fotografie sono di fine dicembre.

Ci sono anche giunte segnalazioni secondo le quali nell’amministrazione comunale e in enti autonomi di diritto pubblico, come ad esempio l’USI, sia ancora comune l’utilizzo dei tradizionali sacchi neri non tassati, malgrado il regolamento sulla gestione dei rifiuti definisca senza equivoco che “esso si applica a tutti i produttori e a tutti i detentori di rifiuti presenti sul territorio comunale” (Articolo 1).

Per quanto concerne gli scarti umidi, abbiamo sentito parecchie lamentele per il fatto che gli stessi debbano essere portati agli ecocentri. Come è già stato detto anche in Consiglio comunale – in occasione del voto sulla mozione 3192 – almeno nelle aree più densamente abitate andrebbe organizzato un servizio di raccolta “porta a porta”.

La raccolta delle plastiche è stata oggetto di una specifica interrogazione, inoltrata in agosto da Tiziano Galeazzi e cofirmatari, a cui il Municipio ha già risposto, confermando i criteri di raccolta attualmente in atto. Più recentemente, il 18 dicembre 2020, lo stesso on. Galeazzi ha presentato un’interrogazione a livello cantonale, sottoscritta da deputati di vari partiti, in cui si evidenziano alcuni nodi problematici del riciclaggio della plastica e si invita a una riflessione generale sul tema. C’è da augurarsi che da questi stimoli si sviluppi un piano coordinato a livello cantonale per la gestione di questi scarti. È tuttavia evidente che la miglior plastica resta quella non prodotta, e che l’intervento va fatto a livello delle strategie produttive e distributive delle varie filiere.

Fatte queste considerazioni, passiamo alle domande:

  • Può il Municipio fornire i dati quantitativi relativi alla raccolta dei RSU nel corso del 2019 e del 2020? E per carta, vetro, PET, alluminio e latta, flaconi in PE, scarti umidi? (per le ultime due categorie, ovviamente, per il solo 2020)
  • Può quantificare la quota di RSU non inserita nei regolari sacchi a pagamento? Magari con dati che attestino una progressiva diminuzione di questa quota?
  • In che misura è attuato e controllato l’obbligo di utilizzo di sacchi soggetti a tassa (rossi in generale e grigi per l’amministrazione comunale) all’interno dell’amministrazione comunale e presso gli enti autonomi come USI, LIS, LAC, ecc.?
  • A quanto ammontano le multe inflitte nel 2020 in relazione al regolamento dei rifiuti, e per che tipologia di infrazione?
  • Ha fatto passi avanti il progetto di impianto regionale di metanizzazione/compostaggio degli scarti vegetali e di cucina?
  • Non pensa il Municipio che nell’attesa di quell’impianto si possa già sperimentare, nelle aree più densamente abitate della città, la raccolta “porta a porta” degli scarti “umidi”? Si potrebbero così creare opportunità di impiego sociale attingendo ai fondi del “progetto lavoro”.
  • È possibile, nonostante l’emergenza COVID, fare una prima valutazione del servizio di ritiro a domicilio avviato in ottobre?

Ringraziando per le risposte, porgiamo i nostri cordiali saluti.

I Consiglieri comunali

Danilo Baratti, Nicola Schoenenberger