Per realizzare la transizione energetica, la produzione di energia solare in Svizzera deve essere ampliata in modo massiccio. L’iniziativa solare lanciata dai Verdi guiderà questa espansione. Nel settore dei pannelli solari, tuttavia, vi è una forte dipendenza da aziende estere in particolare cinesi, e in prospettiva anche da quelle americane o indiane. La quota della Cina in tutte le fasi di produzione dei moduli solari (polisilicio, lingotti, wafer, celle e moduli) supera l’80%[1]. La produzione in Europa è quasi scomparsa. Il motivo: prezzi da dumping dovuti a distorsioni del mercato indotte dalla Cina.

Questa forte dipendenza dai moduli solari cinesi rappresenta un grande rischio strategico. Gli Stati Uniti, vedi “Inflation Reduction Act”, e l’Unione Europea, vedi “Green Deal Industrial Plan” e “Net Zero Industry Act”, hanno riconosciuto da tempo che questa dipendenza rappresenta un rischio strategico e, soprattutto gli Stati Uniti, stanno investendo massicciamente nell’espansione e nello sviluppo della propria produzione fotovoltaica. Per quel che concerne l’Europa, entro il 2030, il 40% delle tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici, secondo il “Net Zero Industry Act”, dovrà essere prodotto in Europa. Meyer Burger, il maggiore produttore di pannelli solari in Europa, che, detto per inciso è una ditta svizzera, s’è impegnata a costruire negli Stati Uniti una nuova fabbrica per la produzione di celle solari (capacità iniziale: 2GW / anno). Perché negli Stati Uniti? Perché gli americani, tramite l’Inflation Reduction Act, approvato dal Congresso nell’estate del 2022 e che prevede tra l’altro l’obbligo di utilizzare filiere produttive statunitensi per ottenere i finanziamenti previsti, fornisce a Meyer Burger aiuti per 1,4 miliardi di dollari per realizzare questo progetto. In meno di un anno dall’approvazione dell’Inflation Reduction Act, è stata annunciata negli Stati Uniti la costruzione o l’ampliamento di quasi 100 nuovi impianti manifatturieri per le energie rinnovabili e pulite, di cui almeno 20 nella filiera fotovoltaica.

Nel frattempo la Svizzera dorme. Ma senza contromisure efficaci, anche gli ultimi produttori europei e svizzeri scompariranno a causa dei prezzi da dumping dell’industria cinese e presto anche di quella americana.

Per ridurre questa dipendenza pericolosa per la transizione energetica e per rafforzare la sicurezza nell’approvvigionamento di materiale per la costruzione di impianti fotovoltaici, le deputate e i deputati del Gruppo Verde del Consiglio Nazionale hanno presentato diversi atti parlamentari [1] [2]  – UN GREEN DEAL PER L’INDUSTRIA FOTOVOLTAICA SVIZZERA  – volti a salvaguardare le capacità produttive esistenti e per consentirne una graduale espansione. L’obiettivo essenziale è quello di compensare le distorsioni del mercato create dalla Cina nei confronti delle aziende svizzere ed europee. 

Anche i Cantoni possono e devono fare la loro parte. In primo luogo favorendo l’insediamento di aziende in grado di produrre su suolo svizzero gli impianti fotovoltaici ( o parte di essi): le loro politiche economiche devono essere orientate verso questo settore fondamentale per il futuro. In secondo luogo favorendo l’acquisto di impianti fotovoltaici di produzione svizzera e/o europea da parte del settore pubblico e delle aziende elettriche in mani pubbliche del nostro paese. L’obiettivo è che almeno il 40% degli impianti fotovoltaici, in Ticino e in Svizzera, siano di produzione svizzera e europea.

MOZIONE
Il Ticino faccia la propria parte per contribuire al valore aggiunto locale della filiera fotovoltaica svizzera e europea, rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre la dipendenza (dalla Cina e in prospettiva dagli Stati Uniti)

Chiediamo al Consiglio di Stato di implementare un meccanismo particolarmente attrattivo e specifico di aiuto finanziario e infrastrutturale all’insediamento e allo sviluppo in Ticino di industrie in grado di produrre impianti fotovoltaici o elementi di impianti (per esempio  inverter) in modo da valorizzare le importanti ricerche di punta e le eccellenze di istituti nel nostro paese come per esempio  la SUPSI, le EPFL e il CSEM ( Centro Svizzero per l’Elettronica e la Microtecnologia). I criteri di concessione degli aiuti all’insediamento e alla produzione di impianti fotovoltaici devono essere rigorosi in modo da assicurare un insediamento duraturo nel tempo. Si chiede che una volta lanciata la produzione locale essa possa essere utilizzata in via preferenziale in special modo dagli attori in mano pubblica ( a livello cantonale  e comunale ) che installano impianti fotovoltaici  (partendo dall’Azienda Elettrica Ticinese). Si chiede che tutte le basi legali necessarie siano adeguate a questo obiettivo.

Motivazione: 

Per l’installazione di impianti fotovoltaici la Svizzera e l’Europa dipendono attualmente fortemente dai produttori cinesi. La quota della Cina in tutte le fasi di produzione dei moduli solari è superiore all’80% e per alcune componenti addirittura del 95%. Nonostante il ruolo pionieristico dell’Europa e della Svizzera, in particolare nella ricerca negli ultimi anni la produzione di pannelli fotovoltaici sul nostro continente è quasi scomparsa. Il motivo del dominio cinese in campo fotovoltaico: gli enormi sussidi erogati dalla Cina che permettono ai produttori cinesi di offrire moduli fotovoltaici a prezzi da dumping.

Questa forte dipendenza dai produttori cinesi si è trasformata in un grande rischio strategico. Crisi (geo)politiche in Cina, o logistiche come nel caso della pandemia possono mettere a rischio la nostra transizione energetica e la sicurezza degli approvvigionamenti. Inoltre, la possibile interruzione dei sussidi cinesi, ad esempio a causa di una crisi economica, potrebbe far lievitare i prezzi. Infine, a causa della forte dipendenza da queste importazioni, sul nostro continente e in Svizzera va perso l’enorme potenziale di creazione di valore aggiunto dell’industria del fotovoltaico.

Favorire l’insediamento di una o più aziende produttrici di impianti fotovoltaici è una scelta strategica di politica di sicurezza dell’approvvigionamento ed economica che favorirà la transizione energetica e creerà le basi per un rilancio economico resiliente proprio in un settore chiave per il futuro. L’occasione non può essere sprecata.

 

Il gruppo Verdi del Ticino in Gran Consiglio

 

 

[1] Concurrence étrangère – Les Verts en appellent au souverainisme solaire https://www.tdg.ch/face-a-la-mainmise-chinoise-sur-le-photovoltaique-les-verts-en-appellent-au-souverainisme-solaire-834733406718

[2] Energiewende in Gefahr: Bund soll Schweizer Solarindustrie retten https://www.derbund.ch/abhaengigkeit-von-china-bund-soll-schweizer-solarindustrie-retten-895050662322

[1] Rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) dell’agosto 2022: «Special Report on Solar PV Global Supply Chains»