All’Assemblea dei delegati dei Verdi svizzeri, sabato a Mendrisio, la granconsigliera ticinese Greta Gysin si è rivolta ai colleghi degli altri cantoni, pregandoli di portare con sé questo messaggio: in Ticino il raddoppio del Gottardo non lo vogliamo.


Tutti noi Verdi conosciamo i motivi che ci portano a dire NO al raddoppio, non è quindi più necessario entrare né nei dettagli tecnici né in quelli giuridici

Quello che voglio fare oggi è presentarvi alcune persone. Si tratta di persone molto diverse tra di loro per biografia, anagrafe, convinzioni politiche e professione. Hanno però tutte due cose in comune: la prima è che sono tutti ticinesi.

Questa, amiche e amici Verdi, è Francesca. Nonostante che in 30 anni non abbia mai trovato tempo di partecipare a Miss Svizzera, ha un’opinione molto chiara sul raddoppio del Gottardo. Ha firmato il referendum perché è un’ingegnera ambientale e sa che costruendo nuove strade si genera nuovo traffico, quindi meno sicurezza e più inquinamento.

Questi sono Michela e Renzo. Entrambi avvocati; lei si occupa di diritto civile, lui di penale. Lei è di sinistra, lui di destra. Entrambi sono temuti dagli avversari per la loro grande competenza, e tutte e due lottano in prima fila contro il raddoppio del Gottardo. Da esperti giuristi, sanno che le leggi cambiano rapidamente e non si fanno quindi certo ingannare dalla favola delle quattro corsie di cui solo due utilizzate.

Paola, Augusto, Rolando: sono 3 dei circa 40 medici ticinesi che hanno sottoscritto un appello all’indirizzo dell’Assemblea nazionale. Sanno che non esiste raddoppio senza aumento della capacità e temono un aumento del traffico. Già oggi i fondovalle ticinesi sono tra le regioni più inquinate della Svizzera. Ozono e polveri fini superano regolarmente, e non di poco, i limiti delle ordinanze federali. Qui nel Mendrisiotto la situazione è particolarmente grave. I medici che hanno sottoscritto l’appello sono confrontati ogni giorno con pazienti che hanno problemi di salute legati riconducibili all’inquinamento. Sono colpiti soprattutto bambini e anziani. Il raddoppio del Gottardo aggraverà la situazione, e perciò Paola, Augusto e Rolando sono contrari.

Questo, amiche e amici dei Verdi, è Enea. Segni particolari: è mio figlio ed è bellissimo. È contrario al raddoppio del Gottardo perché vuole crescere in una società rispettosa dell’ambiente nei fatti, non solo a parole. Enea fra 20 anni vorrebbe festeggiare la riuscita della svolta energetica e il transito nelle Alpi dell’ultimo trasporto merci su strada, e non perdere tempo a raccogliere firme contro l’apertura di quattro corsie al Gottardo.

Di persone come quelle che vi ho appena presentato, in Ticino ne trovate decine di migliaia. Non so darvi la cifra esatta di oggi, ma quello che posso dirvi con assoluta certezza è che
nel 1994 erano il 63,8% dei votanti (che hanno detto SÌ all’iniziativa delle Alpi)
nel 2004 erano il 55.7% (che hanno detto NO all’iniziativa Avanti).

Indipendentemente da quello che dicono governo e parlamento cantonale, 9/10 dei deputati ticinesi a Berna e le reginette di bellezza all’Arena, fino a prova contraria i cittadini ticinesi il raddoppio del Gottardo non lo vogliono.

In Ticino servono soluzioni innovative per ridurre il traffico e combattere l’inquinamento atmosferico, non nuove strade che non fanno altro che peggiorare la situazione.

È vero: se non sarà in grado di prepararsi in maniera adeguata, parte dell’economia ticinese potrebbe risentire della chiusura del Gottardo. Ma rifiutando il raddoppio risparmieremo diversi miliardi di franchi. Con una piccola parte di questi soldi potremo aiutare l’economia ticinese a passare senza danni il periodo del risanamento. Potremo addirittura trovare soluzioni innovative, ad esempio per quanto riguarda il trasporto delle merci, che saranno di utilizzabili anche dopo la riapertura del Gottardo.

Se vogliamo fare del bene al Ticino, a questo raddoppio non possiamo che votare no.

Perché il trasferimento delle merci su ferrovia venga attuato con convinzione.
Perché i 24 miliardi di Alptransit non siano spesi invano.
Perché il territorio ticinese è già abbastanza rovinato da una cattiva pianificazione, e sarebbe irresponsabile peggiorare la situazione!

Costruire un nuovo tubo al Gottardo e sperare che venga utilizzata solo metà delle corsie, è come mettere un bicchiere di vino davanti ad un alcolizzato dicendogli che però ne potrà bere solo metà. Che prima o poi, in un momento di debolezza e quando voi siete distratti, l’alcolizzato tracannerà anche l’altra metà, non è una probabilità: è una certezza.

Noi, ticinesi contro il raddoppio, abbiamo bisogno del vostro aiuto e sostegno. Siate solidali con il Ticino e con i ticinesi, firmate e fate firmare il referendum, e votate NO con convinzione.

(intervento di Greta Gysin, AD Mendrisio, 18 ottobre 2014)