Molti sono gli aiuti previsti a livello federale, cantonale e in alcuni casi anche comunali.

Il lavoro e gli sforzi fatti per mettere a punto queste misure di aiuto sono spesso poco conosciute ai beneficiari che le ritengono spesso burocratiche e macchinose. Per gli aiuti sociali o meglio per chi li riceve, c’è spesso lo spettro dello stigma. Tanto che persone in difficoltà non osano farsi avanti, se non quando è ormai troppo tardi.

La prestazione ponte COVID proposta con questo messaggio vuole colmare una lacuna di reddito temporanea, finalizzata ad evitare il ricorso poi all’assistenza. La motivazione della richiesta è strettamente legata a una riduzione del guadagno dovuto agli effetti diretti o indiretti della pandemia.

La procedura di richiesta prevede il coinvolgimento dei Comuni. Difatti la richiedente o il richiedente deve presentarsi al Comune di domicilio che tramite un colloquio personale e una valutazione della situazione economica e famigliare, fa una vera e propria consulenza personalizzata.

L’aiuto è destinato ai lavoratori indipendenti, affiliati ad una Cassa di compensazione AVS, che si trovano in difficoltà a seguito della situazione relativa al COVID come pure ai lavoratori salariati che non possono beneficiare di indennità ai sensi della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione LADI e che non sono già beneficiari di prestazioni sociali a copertura del fabbisogno vitale. Persone che sono state ingiustamente dimenticate dagli aiuti precedenti, considerate a torto interlocutori NON privilegiati dell’economia.

Ma torniamo agli aiuti. Una madre, capo di famiglia riceverebbe fr 1’000, fr 500 franchi invece destinati agli altri membri della famiglia. Per una famiglia di 5 persone sarebbero fr 2’500, e questo per tre mesi. Sono tanti? Sono pochi? Quando se ne ha bisogno sono essenziali!

La rendita ponte Covid non è un reddito di pandemia, che anche i verdi hanno chiesto in un atto parlamentare e che NON è da ritenere evaso con il presente rapporto. Ma la logica dietro ad un sostegno transitorio incondizionato è diversa, richiede un cambiamento di paradigma.

Cambiamento che dovremmo favorire anche a causa o grazie alla questa crisi.

Il cambiamento non viene da solo, va generato e sostenuto, anche grazie agli importanti flussi finanziari introdotti nel sistema economico e sociale dallo Stato durante questa crisi.

E a questo proposito ringraziamo il DSS che è stato precursore a livello federale con questa proposta sussidiaria. Noi verdi siamo sempre grati quando il governo si fa promotore del cambiamento, con coraggio.

Perché anche domani, aziende e privati sani e sostenibili, dal punti di vista economico, sociale e ambientale potranno essere maggiormente resilienti e resistere alle prossime crisi che incontreranno.

Samantha Bourgoin, 26.01.2021