Intervento di Nara Valsangiacomo in merito al Dipartimento del Territorio – Consuntivo 2022 

Vicepresidente, colleghe e colleghi, Consigliere di Stato,

illustrerò le riflessioni di Matteo Buzzi con alcuni complementi a titolo personale.

Transizione energetica

Il tema principale dell’ultimo anno è stato senza dubbio la crisi energetica, innescata dalla guerra in Ucraina. L’esplosione dei prezzi energetici in generale e della corrente elettrica in particolare, combinata con un anno molto avaro di piogge e nevicate ha avuto un esito pesante non solo per i consumatori e le consumatrici ma anche per le nostre aziende, AET compresa: il 2022 ci ha mostrato in modo chiaro la nostra elevata dipendenza energetica dall’estero e la nostra vulnerabilità energetica. Contemporaneamente è emerso ancora una volta il grosso ritardo accumulato nel solare fotovoltaico. Se avessimo avuto una potenza installata maggiore avremmo perlomeno attutito meglio il colpo. I risultati di AET per il 2022 con ben 57 milioni di deficit sono lì tutti da vedere.

L’esplosione dei prezzi dell’elettricità sul mercato ha dato finalmente però l’impulso tanto atteso nel tasso di installazione di pannelli fotovoltaici e di pompe di calore che avremmo dovuto avere già prima grazie e soprattutto all’azione dello Stato. Alla luce dello sviluppo del fotovoltaico nel 2021 e soprattutto del boom del 2022 è evidente che il blando PEC del 2013 è già stato superato dalla realtà. Come Verdi avevamo quindi visto giusto criticandone a suo tempo gli obiettivi poco ambiziosi sul fotovoltaico. Riallacciandomi al boom del fotovoltaico nel 2022 sarebbe interessante sapere entro quando è attesa la fine del credito destinato a questi sussidi.

Abbiamo dovuto attendere il 2023 per finalmente vedere il nuovo piano energetico e climatico cantonale: si tratta di un piano più ambizioso ma ancora insufficiente per quanto riguarda lo sfruttamento del solare fotovoltaico e del potenziale di risparmio energetico. Siamo però molto soddisfatti che il piano sia stato esteso come da noi richiesto oltre gli aspetti energetici. Per quanto riguarda le misure di adattamento ai cambiamenti climatici inevitabili mancano però ancora obiettivi e misure concrete più precise e con tappe intermedie.

Una transizione energetica rapida implica anche una rapida implementazione delle decisioni del Gran Consiglio, come quella della revisione della legge energia votata nel maggio 2021. È intollerabile che a più di due anni dalla decisione di questo parlamento non ci sia ancora un regolamento di applicazione in vigore.

Anche l’annunciato messaggio sui temi energetici, che dovrebbe raccogliere tutta una serie di proposte arrivate anche dal Gran Consiglio, sembra tardare ad arrivare. Il rafforzamento degli effettivi non sembra ancora aver dato quella svolta alla velocità di crociera. Anzi temiamo (a ragione) che le ristrettezze finanziarie ormai alle porte possano nuovamente rallentarne il cammino. Speriamo quindi che nel campo energetico e climatico non si debba applicare la logica del risparmio o del lineare contenimento della spesa. Si tratta infatti di investimenti fondamentali che non possono essere procrastinati e che garantiranno al cantone dei benefici ambientali ma soprattutto anche economici sia sottoforma di energia locale a prezzi contenuti sia sottoforma di lavoro per le nostre aziende locali. L’attuale situazione energetica ha mostrato quanto sarebbe stato importante aver agito con maggiore celerità in passato.

La lentezza d’azione la vediamo anche nella definizione dei criteri di selezione e autorizzazione del solare alpino in Ticino. Il Ticino è uno degli ultimi cantoni alpini a muoversi anche se è obbligato a farlo a causa della modifica della legge federale sull’energia. Anche se il potenziale del fotovoltaico alpino è ridotto rispetto a quello sugli edifici e le infrastrutture già esistenti, è fondamentale dare velocemente i paletti pianificatori a chi vuole investire. Viste le tempistiche strette per l’ottenimento dei sussidi federali (fino al 60% dell’investimento se progetto in rete entro il 2025) chiediamo al Consigliere di Stato di indicarci quando saranno pronti dei chiari criteri di autorizzazione e quando le relative modifiche legislative potranno essere trattate dal Gran Consiglio.

Tornando nello specifico del consuntivo appare un’altra volta evidente che nel campo della transizione energetica e nella protezione del clima come pure nell’adattamento ai mutamenti climatici mancano indicatori per valutare l’operato del dipartimento e la relativa risposta del Paese.

Mobilità

Nel campo della mobilità dopo gli importanti investimenti nell’infrastruttura e nel potenziamento del mezzo pubblico ora bisogna capitalizzare gli investimenti cercando di mettere le priorità sulla mobilità collettiva. Purtroppo, nel quadro del progetto Polume seguendo a ruota le follie di USTRA come pure nei piani di agglomerato si stenta a porre delle chiare priorità di intervento. Da un lato si promuove la mobilità lenta e quella collettiva investendo anche cospicui importi finanziari, poi dall’altro senza sapere o voler far sapere per non perdere i sussidi federali, i comuni sono particolarmente attivi nell’aumentare i parcheggi, il Locarnese ne è un esempio lampante. Bisogna certamente spostare ancora più utenti sul mezzo pubblico e sulla mobilità lenta. E questo di certo non viene incoraggiato dall’innalzamento dei prezzi del trasporto pubblico deciso recentemente per il 2024. A complemento personale: è doveroso riconoscere l’origine dell’aumento del costo degli abbonamenti, decisione influenzata anche dalle decisioni di austerità tanto citate che promettevano di non andare a toccare le fasce della popolazione più deboli. Questa è un’altra di quelle decisioni assurde che andranno a sfavorire il trasferimento sul mezzo pubblico.

Pianificazione

Nel campo della pianificazione territoriale a seguito del nuovo piano direttore, indipendentemente dalle controversie con l’ARE sugli scenari demografici, il lavoro da fare è immenso, ciò anche a causa di una incomprensibile titubanza della sezione dello sviluppo territoriale le incertezze sono piuttosto grandi e la velocità di crociera dei comuni rimane incredibilmente bassa. Manca una cabina di regia con chiare linee guida e solleciti verso i comuni più lenti a fare i propri compiti. Da alcuni preavvisi cantonali sui PR in revisione traspare inoltre una certa contraddittorietà sintomo di un approccio non ancora sicuro.

In questo senso sarebbe interessante sapere a che punto sono tutte le valutazioni comunali della contenibilità dei piani regolatori. Può darci qualche numero il consigliere di stato?

Cosa sta facendo il cantone per accelerare questi calcoli di contenibilità per avere una visione sovracomunale regionale o cantonale?

Secondo noi sarebbe necessario uno sforzo superiore a quello attuale anche per dare una rapida e competente mano ai comuni che dovranno fare in tempi rapidi una revisione globale dei loro piani regolatori. Il territorio che abbiamo è uno solo e non possiamo permetterci di sacrificarlo sull’altare della speculazione edilizia, ogni anno perso è uno di troppo. Il tempo di evasione delle varianti di PR si è allungato mediamente a 18 mesi ben 8 mesi in più del consuntivo 2021. A cosa è dovuto questo rallentamento?

Per proteggere il nostro territorio, per dare ai comuni una celere e competente risposta, per preservare gli ultimi spazi verdi di fondovalle, secondo noi come indicavamo in sede di preventivo bisognava avere il coraggio di dare maggiori risorse alla sezione dello sviluppo territoriale.

Biodiversità

Anche nello studio e nel monitoraggio del lupo si poteva fare di più per poter avere sempre un quadro ben aggiornato e completo sulla sua popolazione. Lo studio del comportamento delle popolazioni di lupi è fondamentale per organizzare la convivenza.

Forestale

Per quanto riguarda il settore forestale chiediamo al Consigliere di Stato di darci qualche informazione riguardo allo stato del bosco nel Mendrisiotto dopo un 2022 con molti alberi morti a causa della siccità.

In conclusione, il Dipartimento del Territorio pur avendo identificato le sfide centrali da affrontare è ancora troppo lento nell’implementazione del cambiamento e della transizione ecologica ed energetica. Rimane alta la nostra preoccupazione in vista dei tagli alla spesa che rischia di rallentare ulteriormente la lotta alle emergenze ambientali. Rimarremo quindi vigili e faremo il possibile affinchè ciò non avvenga.

Grazie per l’attenzione.