Premessa

Dopo la demolizione, nella notte fra sabato 29 e domenica 30 maggio, di parte dell’ex macello, i Verdi di Lugano hanno sporto una denuncia penale «nei confronti di ignoti, da identificarsi presso il Municipio di Lugano, per i titoli di reato di violazione delle regole dell’arte edilizia (art. 229 CP), esposizione a pericolo della vita altrui (art. 129 CP), delitto contro la legge sulla protezione dell’ambiente (art. 60 LPAmb), ed ogni altro che dovesse emergere». Il ministero pubblico ha in seguito aperto un procedimento penale condotto dal procuratore generale Andrea Pagani e dal procuratore capo Arturo Garzoni e ha predisposto degli approfondimenti per decidere se estendere il procedimento al reato di abuso di autorità.
Da quel momento, da parte dell’esecutivo cantonale e da quello comunale è calato il silenzio sulla vicenda, motivato con la procedura in corso che costringerebbe le persone informate dei fatti a non rilasciare dichiarazioni. Malgrado le autorità avessero promesso ai parlamentari, ai media e al pubblico che durante le sedute del legislativo sarebbero arrivate le risposte, attorno ai dettagli della vicenda è calata la nebbia.

Commenti e riflessioni

Sono numerose le questioni, non direttamente legate alla procedura penale e agli accadimenti della fatidica notte, che meriterebbero una discussione, non solo nei media, per strada e nel pubblico in generale come avvenuto in questi tempi, ma anche nei parlamenti dove, purtroppo, non c’è stata una discussione.

Riteniamo la discussione necessaria dal punto di vista di chi è rimasto profondamente turbato e disorientato sia per la violenza distruttiva dimostrata quella notte dall’autorità, sia per la comunicazione pasticciata del Municipio nei giorni seguenti. In molti hanno infatti perso la fiducia nelle istituzioni poiché l’interpretazione immediata della vicenda ha portato a credere che lo Stato si ponesse al di sopra delle leggi e cominciasse a commettere atti illegali, giustificandoli con azioni illegali da parte degli autogestiti, incurante della differenza sostanziale fra istituzioni statali e realtà giovanili dissidenti.
Attraverso questa interrogazione vorremmo approfondire almeno una questione, sollevata recentemente anche in un articolo de «La Regione»,[1] per dare l’opportunità al Municipio di ristabilire una certa credibilità e dimostrare al pubblico che lo Stato di diritto non è in pericolo.

L’articolo citato rileva che sei municipali su sette hanno dato procura all’avvocato Elio Brunetti per la propria difesa e solleva una domanda semplice: “chi paga l’avvocato?”. La risposta, altrettanto semplice e a prima vista scontata, potrebbe essere “paga l’ente pubblico”. Ma sarebbe giusto, politicamente, che a coprire la spesa fossero i contribuenti?

L’articolo 13 della Legge organica comunale (Loc) dice che l’assemblea comunale “autorizza il Municipio a intraprendere o a stare in lite, a transigere o a compromettere”. La decisione del Municipio di farsi patrocinare da un legale dovrebbe dunque essere autorizzata dal Consiglio Comunale, a meno che tale rappresentanza non concerna il Municipio come istituzione ma i singoli municipali privatamente. Trattandosi in questo caso di una procedura penale la responsabilità dovrebbe essere dei singoli municipali, come dichiara la Sezione degli enti locali (SEL) interpellata dagli autori dell’articolo:

La procedura penale è infatti contro ignoti e l’eventuale responsabilità è individuale. Pertanto, ogni municipale che si sta avvalendo o si avvarrà di un legale in linea di principio ne è quindi responsabile individualmente, anche dal profilo finanziario. Ciò non toglie che il Municipio possa rivolgersi prima o poi al Cc per chiedere un rimborso. «È verosimile, qualora reputino di aver agito nell’ambito delle proprie funzioni pubbliche e ritengano di poter richiedere una copertura delle spese sostenute e in tal caso dovrebbero allestire un messaggio rivolto al Cc con regolare richiesta di credito».

Ecco dunque le domande per il lodevole Municipio:

  • chi ha dato mandato all’avvocato Elio Brunetti e a eventuali altri legali (quali?) per il patrocinio nel procedimento penale? Il Municipio di Lugano o i municipali privatamente?

Qualora il mandato fosse stato conferito dal Municipio:

  • come mai non ha chiesto l’autorizzazione al Consiglio Comunale per farsi patrocinare da un legale come prevede la LOC?
  • perché il mandato non è stato conferito dai singoli municipali privatamente come dovrebbe essere il caso in una procedura penale e in base alle dichiarazioni della SEL?
  • a quanto ammonta la tariffa oraria dell’avv. Brunetti e di eventuali altri legali?
  • a quanto ammonta prevedibilmente il costo totale per il patrocinio legale nel procedimento?
  • sono già stati pagati degli acconti all’avv. Brunetti e a eventuali altri legali? A quanto ammontano? Le fatture emesse sono intestate al Municipio di Lugano o ai singoli municipali?

Qualora il mandato fosse stato conferito dai singoli municipali:

  • intende il Municipio chiedere un rimborso delle spese legali sostenute privatamente dai propri membri attraverso una richiesta di credito al Consiglio Comunale?
  • sulla base di quali considerazioni?
  • riterrebbe politicamente opportuno addossare il costo alla collettività?

Inoltre:

  • Il Municipio ha sottoscritto una polizza assicurativa per i propri membri che copra anche situazioni come questa?

 

Ringraziando per le risposte, porgiamo i nostri migliori saluti,

Gruppo I Verdi

Nicola Schoenenberger, Marisa Mengotti, Deborah Meili, Melitta Jalkanen, Niccolò Castelli

[1] Lugano, autogestione dalle ruspe alle piazze. «La Regione»  1.7.2021. https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1520641/lugano-municipio-demolizione-macello-maggio-stato-sgombero-edificio-autogestione-ruspe

 

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