#Luganosostenibile anche nei rapporti con la diplomazia cinese?
Con il progetto #Luganosostenibile1, di recente la Divisione Socialità della Città ha avviato un progetto con molteplici iniziative per raggiungere la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Ci rallegriamo che anche Lugano contribuirà agli obiettivi di sostenibilità ambientale (OSS), economica e sociale contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (ONU). Citando il sito creato ad hoc ci associamo a quanto si promuove: le città devono diventare i promotori cruciali di misure concrete che vadano in questa direzione.
L’Agenda delle Nazioni Unite (ONU) delinea 17 obiettivi per il raggiungimento dei suoi scopi, ovvero per un futuro sostenibile. In relazione alle visite ufficiali di delegazioni cinesi presso il Comune di Lugano e ai rapporti che l’esecutivo mantiene con le autorità cinesi, vorremmo soffermarci sull’obiettivo numero 16 dell’Agenda delle Nazioni Unite che Lugano ha deciso di seguire:
16. Pace, giustizia e istituzioni solide: promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli.2
Da parte di molte Organizzazioni internazionali indipendenti, centri di ricerca e principali mass media, da anni vengono diffuse testimonianze riguardo ai campi di concentramento in Cina e in Tibet. La BBC nel febbraio 2021 ha diffuso testimonianze dirette di detenute di etnia uigura che ogni notte vengono trascinate dalle celle per essere violentate dai guardiani.
Basandosi su un documento interno dell’Amministrazione cinese, il cosiddetto “NANKAI REPORT”, è stato allestito un rapporto sul sistema dei lavori forzati a cui vengono costretti milioni di uomini, donne e minorenni di etnia uigura nella provincia dello Xinjiang. Si tratta del Rapporto del marzo 2021 diffuso dalla Jamestown Foundation, Washington, intitolato “Coercive Labor and forced desplacement in Xinjiang’s Cross Regional Labour Transfer: a process-oriented evaluation”, 2021.
Inoltre, il 19 luglio 2021 i Paesi membri dell’Unione Europea e della Nato, nonché gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali hanno condannato la Repubblica Popolare Cinese per i gravi attentati informatici. Sulla Neue Zürcher Zeitung del 4.08.2021 venivano descritti gli interventi e le interferenze del Partito Comunista Cinese nei confronti di studenti e docenti universitari svizzeri. Anche la Svizzera ha firmato, assieme ad altri 22 Stati, la lettera datata 8 luglio 2019 destinata alla 41esima Sessione del Consiglio ONU dei Diritti dell’Uomo, denunciando i campi di concentramento e il genocidio in corso in Cina e nel Tibet. Pochi giorni fa il Consiglio nazionale ha dichiarato che la Svizzera deve rafforzare le sue attività per i diritti umani in Cina. Una mozione in tal senso è stata adottata da una netta maggioranza.
Non sono poi mancate voci allarmate anche sui nostri organi di stampa. Ricordiamo per esempio gli articoli “Lo sterminio cinese degli Uiguri va contrastato da tutti i governi” (Corriere del Ticino, 16.10.2020) e “Milioni le persone internate. L’umanità non vuole imparare dal suo passato. Perché il problema Uiguri è diventato così rilevante?” (Mattino della domenica, 6.6.2021).
Tuttavia, nel corso della visita ufficiale con la Delegazione cinese a Palazzo Civico il 28 luglio scorso, il Municipio ha confermato “i buoni rapporti su più fronti con la Repubblica Popolare Cinese”.
Visti gli obiettivi di cui sopra, le critiche della Confederazione e di altri Stati, i recenti e rinnovati scambi fra l’Esecutivo cittadino e le Autorità cinesi, ci permettiamo di porre le seguenti domande:
- Non ritiene, il Municipio di Lugano, che i continui inviti ufficiali dell’ambasciatore di Cina a Berna siano in contrasto con le critiche della Confederazione svizzera verso la Repubblica Popolare Cinese? Non pensa che ciò costituisca di fatto una legittimazione del genocidio praticato dalla Repubblica Popolare Cinese negli ultimi decenni in danno di minoranze etniche, religiose e politiche in Cina e in Tibet?
- Non ritiene il Municipio che gli inviti e lo scambio di complimenti con l’Ambasciatore cinese siano in contrasto con l’obiettivo 16, denominato “Pace e Giustizia” (così come previsto anche dall’Agenda 2030 della Confederazione svizzera per uno sviluppo sostenibile), e con gli Obiettivi globali della sostenibilità delle Nazioni Unite riguardo ai quali il Municipio ha appena promosso una campagna denominata #Luganosostenibile?
- In occasione degli incontri in Municipio con l’Ambasciatore della Cina a Berna, il Municipio ha almeno evocato concretamente l’obbligo della Cina di rispettare i Diritti Umani? Ha chiesto l’immediata liberazione di tutte le persone che sono detenute in Cina e nel Tibet, per il solo fatto di non appartenere all’etnia Han?
- La diplomazia della Cina viene ormai universalmente definita come “Wolf Warrior Diplomacy” e come “Hostage Diplomacy”. Il Municipio di Lugano dispone degli strumenti per confrontarsi con questo tipo di diplomazia?
- Allo scopo di non offendere i sentimenti della cittadinanza, preoccupata per la violazione dei Diritti Umani in Cina e in Tibet, non ritiene il Municipio di dover sottoporre al Consiglio Comunale l’attuale assetto dei gemellaggi con paesi stranieri e, anticipatamente, il programma futuro di questi gemellaggi?
- In generale, non ritiene il Municipio di dover inserire questi incontri ufficiali, siano essi con la Cina o con altri Paesi, in un contesto di conferenze pubbliche e di incontri con i mass media e con la cittadinanza, valorizzando così gli incontri stessi e dando alla cittadinanza la possibilità di informarsi concretamente sulla situazione dei Paesi rappresentati dal proprio Ambasciatore in Svizzera?
- Per concludere, non ritiene il Municipio di Lugano di orientare il suo programma di visite ufficiali includendo anche i rappresentanti di organizzazioni internazionali con sede a Ginevra, come per esempio l’Alto Commissariato per i Rifugiati e i dirigenti delle principali Agenzie ONU, come pure altre organizzazioni internazionali indipendenti, come il Comitato Internazionale della Croce Rossa, oppure alti rappresentanti dell’OCSE e del Consiglio d’Europa?
Ringraziamo per la risposta e porgiamo cordiali saluti,
Niccolò Castelli, Nicola Schoenenberger, Marisa Mengotti, Melitta Jalkanen, Deborah Meili (Gruppo I Verdi), Morena Ferrari Gamba, Petra Schnelmann (PLR), Federica Colombo Mattei, Michele Malfanti (PPD), Aurelio Sargenti (PS)
1 www.luganosostenibile.ch
2 Si veda per i dettagli la pagina del sito delle Nazioni Unite dedicata al 16mo punto in questione: https://unric.org/it/obiettivo-16-pace-giustizia-e-istituzioni-forti/