Il giorno di Pasqua è uscito, su naufraghi.ch, un articolo a proposito della distruzione di un biotopo in relazione ai lavori preliminari per la creazione del nuovo Centro Sportivo al Maglio (CSMA) e del previsto autosilo da 80 posti. Ne riprendiamo ampiamente il contenuto, in buona parte anche alla lettera (parti in corsivo), prima di porre alcune domande al lodevole Municipio.

Al Maglio (Piano della Stampa), «era presente da anni un piccolo stagno: una grossa pozza dietro al campo sportivo ai margini del bosco. Ogni primavera si riempiva di gelatinose uova di rana dalle quali nascevano i girini che poi si trasformavano in rane gracidanti». Per anni non ha dato fastidio a nessuno, fino all’inizio dei lavori per il CSMA. Evidentemente si è venuto a trovare nel posto sbagliato.

Come precisa l’articolo, «lo stagno non è inserito nell’inventario dei biotopi e delle zone palustri» ­– il documento redatto dalla Confederazione e dal Cantone che determina quali zone umide sono protette – e forse per questo «ai responsabili dei lavori sarà probabilmente sembrato possibile cancellare lo stagno senza troppe preoccupazioni». Tuttavia secondo la legge tutte le zone umide sono «oggetti particolarmente degni di protezione» (Art 8. Legge sulla protezione della natura). Inoltre, se lo stagno in quanto tale non godeva di una protezione nazionale o cantonale, gli anfibi presenti nella pozza invece sì, poiché protetti a livello nazionale. Ma c’è di più: lo stagno in oggetto era tutelato a livello comunale poiché iscritto nel Piano regolatore intercomunale Piano della Stampa (PRIPS, del 2015), come componente naturalistica EN2. Per questo oggetto, le norme di attuazione (NAP Art. 29) prevedono che sia «vietata qualsiasi manomissione o intervento che possa modificare la fisionomia, le funzioni e le caratteristiche degli oggetti, quali, bonifiche, ripiene, asportazioni, dissodamenti, demolizioni, ecc. I soli interventi ammessi sono quelli volti alla valorizzazione e alla manutenzione degli oggetti. Deroghe possono essere autorizzate dal Municipio d’intesa con l’autorità cantonale competente».

«Con i primi caldi – riprendiamo ancora l’articolo – è iniziato il disboscamento completo dell’area. Centinaia di piante tagliate in pochi giorni, per lasciare posto ad una distesa polverosa che, presto, ospiterà i mezzi da cantiere. Nessun pannello di segnalazione e nessuna indicazione sul progetto in corso. Nell’operazione speciale sono state tagliate anche tutte le piante attorno al biotopo, che è così rimasto esposto senza protezione al sole e al vento. E con la siccità di questo inverno, l’acqua presente nello stagno si è ridotta sempre di più. I raggi del sole, non più schermati dalle piante che proteggevano la pozza, hanno quasi completamente essiccato anche le ultime zone umide».

Preoccupato da quanto stava succedendo, l’autore dell’articolo ha «riportato l’accaduto e  segnalato il problema all’Ufficio natura e paesaggio del Cantone, alla Città di Lugano e al Karch (il Centro per la protezione degli anfibi e rettili in Svizzera) che si sono recati sul posto per capire la situazione. Non potendo che constatare che le ovature erano ormai inesorabilmente compromesse e non essendoci più anfibi da tutelare, lo stagno poteva essere definitivamente coperto di terra. Anzi questa misura drastica si è resa necessaria e urgente per evitare che le piogge previste nei giorni successivi facessero riempire nuovamente lo stagno d’acqua e richiamasse quindi altre rane pronte a deporre le loro uova, rendendolo così di nuovo un habitat sotto tutela. È qui che è finalmente potuta intervenire la ruspa, distruggendo per sempre il piccolo stagno».
Si è parlato della costruzione di un nuovo stagno, previsto come forma di compensazione nelle immediate vicinanze, ma per ora non si è ancora visto nulla. Si è «deciso di distruggere un habitat, proprio nel periodo della deposizione, ancora prima di aver predisposto un’alternativa».

Considerato quanto precede, ci permettiamo di chiedere al lodevole Municipio quanto segue:

  1. Può il Municipio riassumere le tappe che hanno portato all’eliminazione dello stagno in zona “al Maglio”? Chi ha preso la decisione dell’abbattimento degli alberi e chi ha stabilito i tempi dell’intervento?
  2. È stata concessa una deroga scritta da parte dei Municipi di Lugano e di Canobbio (PR intercomunale) ai sensi dell’Art. 29 NAP-PRIPS per la «manomissione o intervento che possa modificare la fisionomia, le funzioni e le caratteristiche […] quali […] dissodamenti» dello stagno? Esiste un preavviso scritto, precedente al dissodamento, da parte dell’autorità cantonale competente? Quali sarebbero i contenuti del preavviso? Qualora non esistesse la deroga e il preavviso, qual è il motivo per il quale il Municipio ha violato le norme di attuazione del PRIPS?
  3. «È sempre difficile capire la relazione di causa-effetto fra le cose: ma l’abbattimento degli alberi ha presumibilmente causato un’importante perturbazione dell’habitat che ha contribuito a prosciugare lo stagno, causando così una moria delle uova. Se così fosse, si tratterebbe di una violazione dell’ordinanza e delle relative leggi?» (citiamo ancora dall’articolo). E qui saremmo di fronte a una seconda violazione, se si confermasse quella indicata nella domanda 2. Come si pone il Municipio in tal senso ?
  4. Anche indipendentemente da tutto questo, non ritiene il Municipio che sia stato scelto il periodo più inadeguato per questo tipo di intervento?
  5. Prima di procedere con il taglio degli alberi è stata effettuata una valutazione di cause ed effetti di tale processo sull’ecosistema dello stagno? Se sì, quali sono stati gli elementi che hanno portato alla decisione del taglio degli alberi proprio nel periodo immediatamente precedente alla riproduzione degli anfibi?
  6. Nei documenti reperibili sul sito della Città a proposito del Centro sportivo al Maglio c’è un «Piano di situazione di progetto» del 2019 in cui è segnato un «riposizionamento stagno esistente». La presenza dello stagno era quindi ben nota ai progettisti. E allora: come mai non si è considerata l’ipotesi di costruire il nuovo stagno prima di distruggere quello in oggetto?

Ringraziamo per la risposta e porgiamo cordiali saluti,

Marisa Mengotti, Niccolò Castelli, Melitta Jalkanen, Deborah Meili

Foto prima e dopo il taglio degli alberi

Il 21 marzo 2022 nelle pozze era ancora presente un po’ d’acqua e le uova erano ancora immerse.

 

La ruspa in azione (30 marzo 2022)

Interrogazione PDF