La risposta data dal lodevole Municipio alla nostra interrogazione 1243 del 12 ottobre ci ha lasciate perplesse. Ci vediamo dunque costrette a riprendere l’argomento con un paio di altre domande.

Ricordiamo brevemente che l’interrogazione verteva sulla presenza di cartelloni, striscioni e adesivi favorevoli al PSE in in varie strutture del Comune. Chiedevamo prima di tutto se la cosa fosse stata autorizzata, e, se del caso, sulla base di quali considerazioni. Chiedevamo inoltre la loro rimozione in caso di risposta negativa oppure la messa a disposizione di spazi per i sostenitori del referendum in caso di risposta affermativa.

Il Municipio, nella sua risposta del 17 dicembre afferma innanzitutto di non aver «autorizzato la posa di striscioni su sedimi comunali o all’interno delle strutture pubbliche. Gli stessi sono stati posati da rappresentanti delle società sportive di Lugano che hanno sostenuto il progetto ma immediatamente tolti su indicazioni dei servizi comunali».

L’affermazione è però resa poco credibile dal fatto che proprio lo striscione di cui segnalavamo la presenza nell’interrogazione – con indicazioni precise (parco giochi di Davesco) e fotografia – è ancora al suo posto. La prima foto è quella dell’interrogazione 1243, la seconda è del 20 dicembre:

Da qui il dubbio e la prima domanda:

 

  1. Può il Municipio dare maggiori informazioni, in termini di tempi e forme, su queste «indicazioni dei servizi comunali»? Non è curioso che non si sia intevenuti proprio sul caso portato come esempio nell’interrogazione?

Più rilevante ci pare tuttavia un’altra questione. Nella sua risposta a proposito degli «adesivi e striscioni con la dicitura Sì allo Sport» (la cui presenza era pure documentata nell’interrogazione), il Municipio precisa che la loro esposizione «alle entrate delle strutture sportive comunali richiama l’importante valore che la pratica sportiva, individuale o collettiva/associativa ha per la città di Lugano. Si tratta di una campagna assolutamente apolitica che, culminata con l’evento Sì allo Sport del 30-31 ottobre 2021, verrà riproposta anche nel fine settimana del 21-22 ottobre 2022» (il grassetto è nostro).

«Assolutamente apolitica»? La campagna «Sì allo sport» ci è sembrata e ci sembra inestricabilmente legata alla campagna «Sì al polo sportivo». Lo sembra a tutti, tranne, pare, al Municipio. Stessi tempi, stesso stile, stessi colori, stessa grafica. Non ce ne sarebbe affatto bisogno, ma inseriamo due immagini che possono aiutare a cogliere una relazione immediata tra questa campagna e la votazione:

È stata, va detto, una campagna molto incisiva, non solo per la sua capillarità e le sue offerte gratuite, ma proprio per l’efficacia del messaggio (banalizzante e fuorviante perché, come si è fatto ripetutamente notare, lasciava intendere equivocamente che i sostenitori del referendum fossero contro lo sport). Ma com’è possibile definire «assolutamente apolitica» questa campagna? Questa è la seconda domanda, che riformuliamo così:

2. Se la sente il Municipio di ribadire che la campagna «Sì allo sport» non aveva a che vedere con la votazione sul PSE e che è da ritenersi «assolutamente apolitica»?

Nell’interrogazione precedente avevamo ripreso una dichiarazione dell’onorevole Badaracco in cui affermava, a proposito della votazione sul PSE, «Non vogliamo né possiamo stanziare soldi a favore o contro quando c’è in ballo una votazione popolare. Oltre che vietato è una questione di immagine, di opportunità e di rispetto della separazione dei poteri» («La Regione», 29 settembre 2021). Ora, dopo aver letto la sorprendente tesi dell’apoliticità della campagna «Sì allo Sport», ci viene un dubbio. E allora chiediamo infine:

3. Oltre a fornire gli spazi pubblici per l’affissione, il Municipio ha anche partecipato finanziariamente o in altro modo alla campagna «Sì allo sport», concomitante e graficamente affine a quella politica per «Sì al PSE»?

In attesa di risposte convincenti, porgiamo rispettosi saluti,

Marisa Mengotti, Deborah Meili, Melitta Jalkanen, Niccolò Castelli, Nicola Schönenberger