La previdenza statale assieme a quella professionale sono chiamate a garantire circa il 60% della retribuzione media della nostra vita lavorativa al momento del pensionamento. Un tenore di vita che i due pilastri sono sempre più lontani da garantire, aumentando di conseguenza il rischio di povertà raggiunta l’età di pensionamento. Oggi, la metà dei nuovi pensionati deve vivere con meno di 3’600 franchi al mese, un importo che di fronte al forte aumento dei costi della vita è insufficiente.  

Di fatto, non solo la LPP riflette e amplifica le disuguaglianze nel mercato del lavoro, senza alcun meccanismo di compensazione (come invece avviene nell’AVS, con il bonus per l’istruzione o la distribuzione delle pensioni tra i coniugi), ma i bassi tassi di interesse e l’aumento della speranza di vita stanno notevolmente diminuendo le pensioni professionali di lavoratori e soprattutto lavoratrici. È chiaro che una riforma è necessaria, ma non così, come proposta dal Consiglio federale che ha da sé rielaborato il compromesso trovato con le parti sociali, riducendo ulteriormente le rendite di pensionate e pensionati. 

Tornando alla proposta in discussione, per noi è chiaro che nell’ottica dei tagli alla spesa pubblica, sostenere il referendum cantonale è una conseguenza scontata, nonostante effettivamente il referendum lanciato dai sindacati ha già quasi raccolto le firme necessarie per portare il tema in votazione. 

Molti dei costi generati dalla riduzione delle pensioni per i pensionati e le pensionate sulla base della riforma LPP 21 ricadranno infatti sui Cantoni. 

Ricordo che, le prestazioni complementari sono finanziate nella misura di tre ottavi da parte del Cantone, così come la parte spettante al Ticino per la copertura dei sussidi di cassa malati è attualmente abbastanza onerosa. Infine, le prestazioni assistenziali sono finanziate nella misura del 75% dal cantone e per il restante 25% dai comuni. È pertanto nell’interesse del Cantone non vedersi attribuiti nuovi costi indiretti derivati dalla riforma della LPP, che nel concreto, per la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori non contribuirà ad aumentare le rendite pensionistiche.

Per questo, oltre a sostenere tutte le proposte volte ad aumentare il tenore di vita di lavoratori e lavoratrici prima e pensionate e pensionati poi, noi voteremo Sì alla proposta di referendum cantonale.  

Giulia Petralli, Gran Consigliera Verdi del Ticino
intervento durante la seduta del Gran Consiglio del 22 maggio 2023