Il lupo è una specie indigena europea. Dopo essere stato spinto all’estinzione in varie zone d’Europa, tra cui la Svizzera[1], dagli anni settanta/ottanta le popolazioni sopravvissute hanno cominciato a ricolonizzare gli spazi perduti. Questo grazie all’adozione di strumenti di tutela delle specie e del territorio che hanno sancito sì la protezione del lupo, ma che soprattutto hanno permesso un miglioramento generale degli ambienti naturali e la conseguente ripresa di varie popolazioni di animali selvatici in tutt’Europa, tra cui quelle di ungulati, che sono le prede principali del lupo. Una tappa cruciale per il miglioramento degli ecosistemi europei è stata la “Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa”, detta anche Convenzione di Berna perché siglata nell’omonima città nel 1979[2].

Anche in Svizzera il lupo è un animale protetto. La sua riapparizione risale al 1995[3], con l’arrivo in Vallese di alcuni esemplari provenienti da popolazioni delle Alpi italo-francesi. Da allora, soprattutto a causa della progressiva ricostituzione delle popolazioni indigene di ungulati selvatici, le migrazioni spontanee verso il nostro territorio si sono fatte sempre più frequenti e nel 2012 si è formato il primo branco di lupi svizzero[4]. Ad oggi, gli esperti stimano che sul territorio elvetico siano presenti più di 200 individui di lupo, ripartiti in più branchi stanziali e alcuni transfrontalieri[5]. La maggior parte dei branchi di lupi si situa nelle regioni più ricche di cervi, che sono le zone del Vallese, dei Grigioni e del Ticino.

Il lupo non è la sola specie selvatica in aumento nel nostro paese: anche le popolazioni di cervi, caprioli, cinghiali e altri ungulati sono in continua espansione, e ciò malgrado un incremento della pressione venatoria. La presenza massiccia di ungulati selvatici crea problemi importanti per l’ecosistema naturale e per le attività umane che ne sono strettamente dipendenti. In una recente presa di posizione, la Federazione svizzera di selvicoltura[6] denuncia la pressione della selvaggina sulle foreste, che rischiano sul lungo termine di non poter più svolgere le importanti funzioni di protezione, svago, produzione e supporto alla biodiversità. Non mancano poi gli esempi di danni procurati all’agricoltura e al settore vitivinicolo, ma anche a privati, dovute all’avvicinamento della selvaggina alle zone edificate e coltivate. Inoltre, l’aumento incontrollato degli effettivi di cervi, cinghiali, caprioli e altri ungulati crea più probabilità di comparsa di malattie e in generale popolazioni meno sane e vigorose a causa della scarsità di risorse e territorio.

La presenza del lupo nell’ecosistema ha una funzione regolatrice importante. Grazie alla predazione di ungulati, ma anche di altre specie potenzialmente problematiche, il lupo contribuisce a tenerne sotto controllo le popolazioni e dunque a contenerne gli impatti. In Italia, la presenza del lupo ha permesso di ridurre significativamente i danni alla campicoltura e viticoltura dovuti in particolare a cervi e cinghiali. Oltre a ciò, svolge un ruolo chiave nel contenimento delle nutrie, una specie problematica perché provoca la destabilizzazione degli argini di fiumi e canali. La presenza del lupo sul territorio è benefica anche per boschi e foreste, perché costringe gli ungulati a muoversi di continuo, impedendo loro di accanirsi su una certa area boschiva. In questo modo si riducono i danni agli alberi dovuti alle rosure sulle cortecce e si permette il ripristino del processo naturale di ringiovanimento del bosco grazie all’avanzamento della crescita delle giovani piante. Lo conferma la Federazione svizzera di selvicoltura, che nel comunicato citato in precedenza saluta positivamente il ritorno dei grandi predatori per aiutare a ripristinare l’equilibrio dei boschi svizzeri.

Nonostante il lupo si nutra preferibilmente di selvaggina, capita che attacchi anche animali domestici. Si tratta solitamente di bestie da reddito, in particolare di pecore e capre, soprattutto se incustodite[7]. Con l’aumento importante dei suoi effettivi durante gli ultimi anni, le predazioni di animali da reddito si sono fatte più frequenti, causando seri danni ai loro detentori[8] e più in generale un conflitto con le attività di allevamento convenzionali e tradizionali soprattutto nelle regioni di montagna, che prevedono pratiche come il vago pascolo.

All’inizio degli anni 2000, l’Ufficio federale per l’ambiente (UFAM), in collaborazione con i Cantoni e le cerchie interessate, aveva elaborato la “Strategia Lupo Svizzera”, entrata poi in vigore nel luglio 2004. Il suo scopo è quello conciliare gli interessi di protezione del lupo e dall’altra parte di sostegno all’allevamento estensivo di montagna, che rappresenta non solo un pilastro importante del sistema di approvvigionamento alimentare sostenibile del nostro paese, ma anche della preservazione del territorio e della biodiversità grazie alle sue importanti funzioni di cura del paesaggio e gestione di ecosistemi chiave. Questa strategia poggia su tre principi fondamentali ed è implementata attraverso varie disposizioni, tra cui quelle contenute nella Legge federale sulla caccia:

  • Sostegno agli allevatori di bestiame minuto mediante misure di protezione;
  • Indennità in caso di danni;
  • Autorizzazione dell’abbattimento in caso di danni rilevanti;

A fronte del continuo aumento delle predazioni, questa strategia necessita di adattamenti, tra i quali probabilmente una miglior regolazione delle popolazioni di lupi.

Considerando però l’impossibilità di arrestare totalmente la colonizzazione del territorio da parte del lupo malgrado una sua regolazione, ormai accettata da tutti, anche dalle principali associazioni di protezione della natura, e l’importante ruolo che il lupo riveste nella regolazione dell’ecosistema, anche a vantaggio dell’essere umano (si stima che la presenza del lupo permetta risparmi milionari solamente per quanto riguarda la gestione del bosco e la messa in sicurezza di abitati e infrastrutture), si ritiene che sia importante sostenere il settore dell’allevamento nell’adozione di misure che ne diminuiscono la vulnerabilità nei confronti del grande predatore sul lungo termine. In questo senso un sostegno finanziario anche importante a favore del settore va visto come un investimento proficuo e duraturo.

Nell’attesa che la Confederazione metta a disposizione più risorse a questo proposito, come previsto nell’ambito dell’attuale revisione della Legge sulla caccia e la protezione dei mammiferi e uccelli, i deputati sottoscriventi chiedono al Consiglio di Stato di mettere a disposizione un credito straordinario urgente di almeno 2’000’000 CHF, rinnovabile, per:

  • coprire le spese per l’assunzione di pastori aggiuntivi fintanto che non saranno previsti dalla Confederazione;
  • coprire le spese di protezione che non sono già previsti da sussidi esistenti finche non lo prevede la Confederazione;
  • costituire una squadra di consulenti adeguatamente formati a pronta disposizione delle allevatrici e allevatori di bestiame minuto che permetta di fornire un aiuto concreto e operativo nell’ideazione e nell’implementazione di misure di protezione convenzionali e innovative adatte alle singole realtà e che possa fornire un supporto immediato nel caso di predazioni subite;
  • prevedere l’impiego di militi della protezione civile per aiutare allevatrici e allevatori a implementare le varie misure di protezione (come per esempio recintare le zone di pascolo);
  • affrontare e risolvere in modo soddisfacente per tutte le parti il nodo del vago pascolo, sostenendo ad esempio laddove possibile un raggruppamento dei capi e una gestione controllata del vago pascolo con cani da protezione e/o pastori;
  • sostenere progetti innovativi per:
    • la protezione del bestiame da reddito e metodi dissuasivi per il lupo;
    • la previsione degli spostamenti dei grandi predatori e l’implementazione di un sistema d’allarme e prevenzione delle predazioni efficace;
  • promuovere iniziative di coinvogimento attivo della popolazione nella sorveglianza degli alpeggi (vedi programma di eco-volontariato “Pastora Protect”, recentemente presentato dall’organizzazione per la protezione degli alpeggi svizzeri (OPPAL)[9]);

 

Con stima.

Cristina Gardenghi, Samantha Bourgoin, Matteo Buzzi, Anna Biscossa, Simona Buri, Fabrizio Garbani-Nerini

 

[1] https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/4167.pdf

[2] https://www.fedlex.admin.ch/eli/cc/1982/802_802_802/it

[3] https://www4.ti.ch/fileadmin/DT/temi/caccia/documenti/Scheda_Lupo.pdf

[4] https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/biodiversita/info-specialisti/misure-per-conservare-e-promuovere-la-biodiversita/salvaguardia-e-promozione-delle-specie/grandi-predatori/lupo.html

[5] https://www.rts.ch/la-1ere/programmes/vacarme/13043384-le-loup-ressort-du-bois.html

[6]https://www.wsl.ch/fileadmin/user_upload/WSL/Wald/Bewirtschaftung___Waldfunktionen/Waldbau_Ertrag/Verbund_Waldbau/wald_wild_verbund_waldbau_ch_endversion_it-2.pdf

[7] https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/4167.pdf

[8] https://www.bafu.admin.ch/dam/bafu/it/dokumente/biodiversitaet/uv-umwelt-vollzug/konzept_wolf_schweizvollzugshilfe.pdf.download.pdf/strategia_lupo_svizzeraaiutoallesecuzione.pdf

[9] https://www.tio.ch/svizzera/attualita/1493552/volontari-allevatori-organizzazione-lupo-germanier-alpeggi-greggi-svizzera