Berna e Bellinzona – tre interpellanze, una mozione e un postulato al Consiglio nazionale, e un’interrogazione anche a Bellinzona da parte di esponenti Verdi per la Giornata internazionale dei diritti delle donne

“Dietro l’apparente emancipazione delle donne, restano gravi e ingiustificabili discriminazioni e disparità fondate sul genere. Perciò ritengo più rispettoso valorizzare la Giornata internazionale dei diritti delle donne con un mazzetto di atti parlamentari invece che con un gran mazzo di mimose!”      (Greta Gysin, Consigliera nazionale)

Sono 5 gli atti parlamentari depositati oggi a Berna durante la sessione delle camere federali: 3 interpellanze, una mozione e un postulato. Riguardano temi molto diversi in cui sono necessari sforzi ulteriori per raggiungere la parità di diritti.

“In tutti gli ambiti della vita sociale, politica, economica e culturale la realtà dei fatti continua ad attestare disuguaglianze e ostacoli per le donne. Vi è ancora molto da fare, anche in Svizzera, per garantire finalmente quella parità tra uomini e donne che deve esserci di diritto ma anche di fatto! È quel che prevede la Costituzione già dal 1981, ancor prima che io nascessi…” (Greta Gysin, Consigliera nazionale)

Tanti interventi parlamentari dunque per portare proposte e formulare domande concrete e molto mirate. Atti parlamentari e impegni tangibili spiegati dalla Consigliera nazionale Gysin anche in una lunga intervista di oggi su laRegione:

Un postulato: Per una ponderazione del fabbisogno in base al genere

La Consigliera nazionale Gysin chiede al governo di approfondire le differenze di prezzo di molti prodotti di abbigliamento, cosmesi, igiene, … di cui esistono due varianti, da uomo e da donna. E sistematicamente i prezzi delle versioni da donna sono più alti. A ciò si aggiungono i costi per i prodotti igienici e le terapie ormonali e integrative indispensabili a moltissime donne. Perciò occorre almeno quantificare le differenze e adeguare i calcoli del fabbisogno minimo e degli alimenti.

Una mozione e due interpellanze: Per tutelare le vittime di reati sessuali nei processi

Nei procedimenti penali e civili, la tutela dell’integrità personale delle vittime di reati sessuali deve essere garantita meglio, così come prevedono già da oltre 20 anni le normative federali e internazionali.

Eppure, ad oggi, soprattutto in Ticino, non vi sono sufficienti misure per realizzare questi impegni. In particolare, la Consigliera nazionale Gysin chiede che venga garantito alle vittime il diritto di ottenere le porte chiuse nei processi, escludendo il pubblico ma anche i media, come già avviene in molti altri cantoni svizzeri.

Inoltre, servono maggiori garanzie che tutte le figure professionali che operano a contatto con vittime di reati sessuali abbiano le necessarie competenze in merito alla prevenzione della vittimizzazione secondaria e terziaria.

Ad oggi le vittime che trovano la forza e le risorse per sporgere denuncia, sono solo l’8% delle donne che hanno subito reati sessuali (e che l’istituto gfs Bern nel 2019 stimava fossero 800’000 in Svizzera!). È perlomeno indispensabile evitare traumatismi ulteriori e accanimenti su persone che hanno già subito abusi affinché si possa davvero rendere più efficace la prevenzione e la protezione dalla violenza di genere.

Un’ulteriore interpellanza: Per una prospettiva di genere nelle procedure di asilo

In tutte le procedure relative ai diritti delle persone migranti, e in particolare per valutare il diritto all’asilo e al rifugio, si chiedono precisazioni su come vengano valutati i rischi di subire persecuzioni per donne e ragazze e la garanzia del rispetto dei loro diritti umani fondamentali nei paesi di origine.

Un’interrogazione Verde anche sul piano cantonale: Violenza anche fuori dalle mura di casa. Cosa si fa in Ticino?

Come insegna la Convenzione di Istanbul, la violenza nei confronti delle donne ha molte facce e si produce in molti luoghi e situazioni diverse.

“Un esempio sono le molestie e i comportamenti persecutori (stalking) subiti da ancora troppe donne nella loro vita quotidiana, principalmente da parte di ex partner o persone con cui c’è stata una relazione, ma anche da parte di semplici conoscenti o persino da sconosciuti. Queste situazioni non sono sufficientemente regolamentate a livello federale e cantonale. Eppure provocano reazioni di insicurezza, disagio, paura, disturbi del sonno e crisi di panico, che alla lunga si acuiscono e possono causare patologie gravi.” (Cristina Gardenghi, Gran consigliera)

L’interrogazione dei Verdi chiede approfondimenti e interventi da parte del Consiglio di Stato per fornire supporto alle vittime di questo tipo di violenza e di cominciare a impostare una riflessione più generale su come contrastare efficacemente lo stalking e altri comportamenti simili sia in ambito “domestico” che fuori.