La posta è interamente di proprietà della Confederazione ed ha ricevuto degli incarichi ben precisi come servizio pubblico. Ha il compito del recapito di lettere e pacchi, del traffico dei pagamenti e della gestione degli uffici e delle agenzie postali.

Nel 1943 la confederazione e per essa l’amministrazione delle PTT aveva ricevuto a titolo gratuito, libero da servitù e oneri di qualsivoglia natura dal Comune di Locarno, un terreno pregiato e di valore, accanto alle SES, di mq 1523, chiamato il “Giardino dei Platani”, per la costruzione di un Palazzo Postale. Grazie al dono della città, Locarno si dotava finalmente si un importante Palazzo Postale. Nel 1995 veniva inaugurata la nuova Posta, dell’arch. Livio Vacchini, inserita in seguito nei beni culturali della città. Il terreno regalato dalla città e dai suoi cittadini, non era di certo pensato per attività commerciali, che nulla hanno a che vedere con il servizio pubblico. A questo punto per correttezza la Posta dovrebbe versare un compenso al comune, del valore attuale dello spazio usato non conformemente agli scopi iniziali.

Secondo i Verdi del Locarnese bisogna limitare il margine di manovra della Posta per trasformazioni e chiusure. Si sta snaturando il senso e la qualità del servizio postale, ma pure l’opera architettonica nella sua interezza.

Per i Verdi la Città deve immediatamente intervenire per negoziare una destinazione di interesse pubblico, oltre che proteggere da alterazioni e modifiche, siano esse esterne o interne di un bene culturale protetto o degno di protezione.

«Se la Posta desidera ridurre degli spazi o spostarli allora che offra un posto ad un servizio pubblico ad esempio comunale, come la Polizia di prossimità, un antenna del servizio sociale o di prossimità, oppure altri servizi informativi cantonali utili alla popolazione e ai turisti.

Se da una parte è auspicabile e preferibile che i commerci ritornino in città (e non nella periferia), con accesso pedonale, dall’altra ci rendiamo conto che gli spazi commerciali e di pubblica utilità (uffici, piccoli commerci e servizi, piccolo artigianato), che per vocazione storica sono al piano terra, a Locarno sono limitati, sia in zona centrale, sia nei quartieri.
E, in concreto, è un gran peccato che – a suo tempo – la Città non abbia avuto l’accortezza e la lungimiranza di vincolare lo stabile o parte di esso a destinazioni di pubblica utilità. Nel rispetto della volontà storica.»

I Verdi del Locarnese ribadiscono infine quanto già espresso in altri dibattiti in consiglio comunale e che traspare anche in parte in questa situazione: il Comune deve investire risorse nella pianificazione della Città, assumendo se è il caso, un pianificatore a tempo pieno, così da evitare gli errori commessi in passato.

Per ulteriori informazioni:
Matteo Buzzi, 079 581 84 96