Le accuse formulate da Israele contro una decina di dipendenti dell’UNRWA (agenzia ONU per i rifugiati in Palestina) sono gravi e vengono nel momento più inopportuno possibile. L’organizzazione ha immediatamente reagito sospendendo i dipendenti accusati di essere coinvolti negli atroci attacchi del 7 ottobre e istituendo un’indagine indipendente.

L’UNRWA è stata fondata nel 1949 dall’ONU con il mandato di fornire assistenza umanitaria e protezione ai rifugiati palestinesi, in attesa di una soluzione giusta e duratura alla loro situazione. Da anni l’agenzia è nel mirino di chi non vede di buon occhio le sue attività a favore dei palestinesi. Tanti sono stati gli attacchi per screditarla. Forse perché ricorda che la questione palestinese a distanza di oltre settant’anni non è risolta. L’organizzazione che si occupa di formazione, salute, distribuzione di aiuti umanitari è l’unica che è presente capillarmente sul territorio e assicura un minimo di dignità umana non solo a Gaza ma in tutti i territori occupati.

Il fatto che a seguito delle accuse 16 paesi tra i maggiori donatori abbiano sospeso gli aiuto all’organizzazione (USD 440 mil.) è incomprensibile e disumano per le conseguenze che avrà sulla popolazione stremata da oltre cento giorni di guerra. Oltre al genocidio in corso vogliamo ulteriormente contribuire ad un’altra strage di due milioni di civili, donne e bambini che moriranno di fame, sete e per mancanza assistenza medica oltre che sotto i bombardamenti? Inoltre questa decisione è irrispettosa verso gli oltre 13’000 collaboratori onesti che anche a rischio della propria vita si impegnano in questo inferno. Gli abitanti di Gaza non devono subire una seconda punizione colletiva.

Dal nostro governo, mi aspetto che segua la decisione della Norvegia e resti fedele alla tradizione umanitaria svizzera e versi il suo contributo come previsto.