Perché è importante votare sì

  • L’autoapprovvigionamento è la quota di produzione indigena di derrate alimentari rispetto al consumo all’interno di un determinato territorio, il principio della Sovranità Alimentare pone dunque l’accento sui mercati locali e sulle filiere corte.
  • Per definizione la Sovranità Alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo
  • L’inserimento della Sovranità Alimentare nella Costituzione cantonale favorirebbe, senza per altro creare diritti e doveri che necessitano di una Legge di applicazione, lo sviluppo di un’economia locale maggiormente sostenibile, equa e sana e rafforzerebbe le basi costituzionali per un consolidamento progressivo del grado di autoapprovvigionamento del nostro Cantone.

La Sovranità Alimentare implica comunque un processo di riterritorializzazione e una rivalutazione dell’agricoltura e del cibo come elementi essenziali per la sostenibilità ecologica e sociale; processi ancora più evidenti in contesti di emergenze alimentari, climatiche, ambientali o sanitarie, come tutti abbiamo potuto verificare con i nostri occhi negli scorsi mesi.

A livello ticinese, la Sovranità Alimentare potrebbe generare un circolo virtuoso con ricadute positive su diverse tematiche quali la questione della perdita di terre coltive, la rivalutazione delle professioni agricole, la promozione di un’alimentazione variata e sostenibile, dei mercati locali, delle filiere corte e delle catene di valore brevi e non globalizzate.

in Ticino ci sono oltre 1’100 aziende agricole che coniugano, da una parte, una tradizione secolare fatta di insegnamenti tramandati di generazione in generazione all’interno di aziende prevalentemente a conduzione famigliare, e, dall’altra, una propensione per l’innovazione tipica delle nuove generazioni.

In Ticino, gli esempi di pratiche innovative ci sono e vanno sostenuti. Un’azienda agricola che vinifica il proprio spumante non in cantina ma sul fondo del Lago Ceresio, sfruttando le temperature costanti, l’assenza di luce e le correnti. O quel gruppo di giovani agricoltori che sulle pendici del Monte San Giorgio coltiva zucchine per produrre spugne biodegradabili e limitare la vendita ed il consumo di quelle di plastica.

Il settore primario non solo è alla base del nostro sistema economico, ma tocca pure diversi altri ambiti: dalla salvaguardia del paesaggio alla preservazione delle terre coltive, passando per salute e turismo; a tal punto che nel PD cantonale, nella scheda P8, si afferma che “il destino dello sviluppo paesaggistico e turistico (del Canton Ticino) dipende in misura preponderante da un’agricoltura sostenibile”.

Il rilancio del settore agroalimentare è – o almeno dovrebbe essere – una priorità del nostro Cantone. Perché il futuro della nostra economia, per i VERDI, dipende più dalle scelte strategiche nel settore primario.