Perché votare NO alla Modifica della legge sugli orari dei negozi (LAN)

Sosteniamo il personale che lavora in un settore dove già oggi è difficile godere del giusto tempo libero e di riposo: il 18 giugno vota NO alla Modifica della legge sugli orari dei negozi (LAN).

  • Permettiamo al personale di vendita di godersi il giusto riposo
  • Manteniamo le promesse fatte ai lavoratori e le lavoratrici del settore
  • Sosteniamo l’economia locale e i piccoli e medi commercianti
  • Conciliamo al meglio vita lavorativa e privata

Per chi lavora, per le famiglie, per la comunità e per l’intera società non trasformiamo la domenica in un giorno lavorativo come tutti gli altri!

La legge attualmente in vigore ha già fortemente liberalizzato le aperture dei commerci, permettendo una grande libertà ai commercianti. Con le modifiche della legge sugli orari dei negozi (LAN) le aperture dei commerci verrebbero ulteriormente liberalizzate a discapito di chi lavora nel settore.

Sostieni il personale che lavora in un settore dove già oggi è difficile godere del giusto tempo libero e di riposto: il 18 giugno vota NO alla Modifica della legge sugli orari dei negozi (LAN).

Chi ha proposto queste modifiche non ha minimamente preso in considerazione le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici e non ha mantenuto le promesse fatte dai sostenitori durante la campagna per la precedente modifica di legge (nella quale è stato più volte dichiarato pubblicamente che non ci sarebbero stati ulteriori tentativi di ampliamento a seguito dell’introduzione dell’attuale legge).

Oltre a ciò, se tali modifiche entrassero in vigore si snaturerebbe il divieto del lavoro domenicale sancito dalla Legge federale sul lavoro e ben presto l’impatto andrebbe al di là dei confini del commercio al dettaglio, coinvolgendo tutti gli altri settori professionali.

Per chi lavora, per le famiglie, per la comunità e per l’intera società non trasformiamo la domenica in un giorno lavorativo come tutti gli altri!

  • Il personale di vendita ha il diritto di godersi il giusto riposo
    Chi ha proposto queste modifiche non ha minimamente preso in considerazione le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici. Gli attuali orari di apertura hanno già pesato sulle condizioni lavorative del personale che da sempre soffre di ritmi di lavoro insostenibili, bassi salari e poche tutele. L’ampliamento degli orari di apertura non aumenta i posti di lavoro, come vorrebbero farci credere, ma aumenta solo i contratti a tempo parziale e su chiamata. Inoltre, il frazionamento della giornata lavorativa è una piaga diffusa che peggiora anche le condizioni di vita delle persone impiegate nel settore. Un ampliamento degli orari aggraverà ulteriormente queste condizioni e non creerà nuovi posti di lavoro.
  • Mantenere le promesse fatte ai lavoratori e le lavoratrici del settore
    La legge attualmente in vigore ha già fortemente liberalizzato le aperture dei commerci. Nel 2015, durante la campagna referendaria per la sua introduzione, i sostenitori della legge hanno dichiarato pubblicamente che non ci sarebbero stati altri tentativi di ampliamento degli orari. Sono passati solamente tre anni dalla sua entrata in vigore e già ci ritroviamo a votare per un’ulteriore estensione degli orari di lavoro. Smentendo così le promesse fatte ai lavoratori e le lavoratrici del settore nonché alla popolazione ticinese.
  • Sostenere l’economia locale e i piccoli e medi commercianti
    La liberalizzazione delle aperture non accresce il fatturato. Il turismo degli acquisti, infatti, dipende in larga misura dal livello dei prezzi e da quanto ha in tasca il consumatore, non dagli orari di apertura dei negozi. Ad approfittare di queste modifiche saranno le grandi catene commerciali che hanno le risorse per finanziarie per sostenere queste aperture prolungate. Ciò andrà a svantaggio dei piccoli e medi commercianti che perderanno fette di mercato.
  • Conciliare al meglio vita lavorativa e privata
    In Svizzera il lavoro domenicale è vietato, ad eccezione dei servizi essenziali al cui personale vanno garantite le dovute tutele. Se tali modifiche entrassero in vigore si snaturerebbe il divieto del lavoro domenicale sancito dalla Legge federale sul lavoro e ben presto l’impatto andrebbe al di là dei confini del commercio al dettaglio, coinvolgendo tutti gli altri settori professionali. La nuova legge sarebbe il primo passo verso un’economia liberalizzata dove i lavoratori e le lavoratrici si troveranno a lavorare in giorni differenti e variabili della settimana rendendo più difficile conciliare la vita lavorativa con quella privata: la domenica non è un giorno da trascorrere nei centri commerciali, ma da dedicare a sé stessi, ai propri affetti, alla spiritualità e al riposo.