L’immobile per il personale dell’Ospedale la Carità si farà, ma sarà fiancheggiato da un filare di alberi

Lo scorso 21 settembre l’allora Consigliera comunale verde Francesca Machado, rappresentata dall’avvocato Fiorenzo Cotti, inoltrava un ricorso al Consiglio di Stato contro la licenza edilizia rilasciata dal Municipio di Locarno al Fondo di previdenza per il personale dell’Ente Ospedaliero Cantonale per la costruzione di un nuovo stabile alle Cinque Vie destinato ad ospitare il Convitto del personale dell’ospedale La Carità di Locarno. L’edificio, lungo una trentina di metri e alto cinque piani, sorgerà lungo Via Rinaldo Simen accanto all’attuale posteggio vicino alla fermata degli autobus di Cinque Vie. 

Il ricorso non mirava ovviamente a impedire la costruzione di un edificio dedicato al meritato riposo del personale ospedaliero, bensì a prendere anche in considerazione i suoi effetti sulla qualità di vita dell’intero comparto, sull’inquinamento atmosferico e fonico, oltre che ad inserirlo in modo più armonico in un comparto che rappresenta di fatto la “porta d’entrata” nella città vecchia di Locarno. Un comparto, detto per inciso, che dovrebbe comunque essere sottoposto ad un’analisi e a una pianificazione più ragionata e approfondita.

A Seguito di questo ricorso, per facilitare la messa in opera di questo importante progetto, Luca Merlini, il direttore dell’ospedale la Carità e Raffaele Cammarata, l’architetto autore del progetto, hanno cercato il contatto con la ricorrente per trovare una soluzione che soddisfacesse gli interessi di tutti. A queste discussioni, a sostegno della ricorrente, hanno partecipato l’architetta e pianificatrice Stefanie Hitz e l’avvocato Fiorenzo Cotti.

La soluzione che è stata trovata, anche grazie al talento di mediatore di Merlini, oltre a prevedere un colore ora più chiaro della facciata, in migliore sintonia col resto del quartiere, e un marciapiede allargato a 3 metri, che comprenderà anche una panchina pubblica lungo tutto lo zoccolo dell’edificio, prevede, ed è questa certamente la novità più importante, un filare di alberi ad alto fusto, che raggiungeranno i 10-12 metri di altezza, filare che sarà posato lungo il marciapiedi.

Per implementare questa soluzione occorreva però anche l’accordo del Municipio, visto che il filare di alberi viene a impattare su un’area pubblica. Accordo che è arrivato puntualmente e al cui seguito Francesca Machado ha ritirato il suo ricorso. Da notare che durante le discussioni è stata ventilata anche la possibilità di trasformare in futuro, nell’ambito di una riqualifica dell’intero comparto, l’attuale parcheggio adiacente in un piccolo parco ad uso pubblico, attraverso il quale si potrebbe realizzare un nuovo percorso pedonale per connettere direttamente la fermata dei bus con l’entrata dell’ospedale.

Storia dunque a lieto fine, che dimostra, che quando tutte le parti in causa, con un po’ di buona volontà, si mettono a un tavolo con cittadine e cittadini per discutere e cercare delle soluzioni, queste soluzioni si trovano per il benessere di tutti, in questo caso beneficeranno sia il personale ospedaliero, che potrà usufruire di locali per il meritato riposo, sia gli abitanti di Locarno, che in estate, quando aspetteranno i bus alla fermata di Cinque Vie, non dovranno più stare sotto la stecca del sole, ma potranno usufruire dell’effetto rinfrescante del nuovo filare di alberi, il quale avrà inoltre il vantaggio di attutire anche il rumore in questa zona estremamente trafficata. L’esito di questo ricorso rappresenta dunque un buon auspicio per una Locarno più verde e a misura d’uomo.

Da notare che in un altro caso, a seguito di un’opposizione inoltrata da Pro Velo e da alcuni cittadini, il Comune di Locarno si era dimostrato disposto fin da subito all’ascolto, modificando il progetto. I Verdi di Locarno auspicano dunque che in futuro proprietari, architetti e autorità cittadine non aspettino i ricorsi dei cittadini, ma si siedano fin dall’inizio a un tavolo con loro per prendere in considerazione nei loro progetti anche gli aspetti ambientali che determinano in ultima analisi la qualità di vita dell’intera cittadinanza.