Il silenzio e l’inazione del consigliere federale Cassis di fronte all’orrore di Gaza devono cessare

  • A Gaza la situazione umanitaria è catastrofica: oltre 50’000 morti, di cui quasi 15’000 bambini. La carestia peggiora, le infrastrutture essenziali sono distrutte, gli aiuti umanitari bloccati.
  • Il Consiglio federale deve rompere il silenzio e agire. Chiediamo un suo impegno chiaro e visibile per un cessate il fuoco immediato, lo sblocco dei fondi destinati all’UNRWA e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
  • È quanto chiediamo al Consiglio federale nella nostra lettera aperta! Firmala subito.
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Gaza: la Svizzera deve uscire dal suo silenzio e agire ora

Care consigliere federali, cari consiglieri federali,

Più di 50.000 morti, di cui quasi 15.000 bambini. Migliaia di altri bambini sfollati, feriti e mutilati, che non hanno accesso alle cure e che soffrono la fame. La popolazione di Gaza è di nuovo confrontata con una carestia! Il Programma alimentare mondiale annuncia l’esaurimento delle sue scorte alimentari a Gaza mentre l’ingresso degli aiuti è ostacolato dal blocco israeliano.

Gaza è un campo di rovine: quasi tutte le infrastrutture essenziali sono distrutte. E non c’è una fine in vista! Sono i crimini di guerra e altre violazioni quotidiane del diritto internazionale umanitario perpretate da parte del governo Netanyahu a portare a questa tragedia. A questo si aggiunge l’appello all’epurazione etnica di Donald Trump, che vuole svuotare Gaza dei suoi abitanti per trasformarla in una “riviera”.
La Svizzera è la culla delle Convenzioni di Ginevra e deve difenderle.
Noi, firmatari, esigiamo che il Consiglio federale esca dal suo silenzio e difenda fermamente i diritti umani e il diritto internazionale.

Esigiamo da parte sua:

  • Un impegno chiaro e visibile per un cessate il fuoco immediato e il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza e dal Libano;
  •  La liberazione immediata dei fondi dell’UNRWA e il loro aumento massiccio;
  • Un impegno per autorizzare l’invio di aiuti verso la Striscia di Gaza al fine di porre fine immediatamente alla fame e alla sofferenza sanitaria;
  • Il riconoscimento dello Stato di Palestina;
  • Una condanna fermissima delle violazioni del diritto internazionale e delle dichiarazioni di Trump e dei ministri israeliani che invocano l’epurazione etnica;
  • Un impegno per la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri politici palestinesi;
  • Un supporto concreto e finanziario per i piani e le iniziative per una pace giusta e duratura;
  •  La ripresa di tutte le sanzioni dell’Unione Europea;
  • Il divieto di collaborazione per le imprese svizzere con l’apparato repressivo israeliano: materiale bellico, beni a doppio uso o di sorveglianza;
  • Un supporto deciso alle istituzioni e giurisdizioni internazionali per condurre indagini indipendenti sui crimini di guerra commessi e per portare i responsabili davanti alla giustizia.