Senza sosta sentiamo giornalisti, politici, medici, funzionari di cassa malati, opinionisti che ci informano e discutono tra di loro sui costi sanitari e sulle casse malati. Come cittadini ogni tanto, purtroppo, ci ammaliamo e sempre paghiamo i premi di cassa malati e le tasse. Raramente però possiamo dire la nostra e prendere delle decisioni sui costi che dobbiamo sostenere per il finanziamento del sistema sanitario.

Il 9 giugno abbiamo finalmente l’occasione di farlo esprimendo il nostro voto su due iniziative.

Quella promossa dal Centro, «per un freno ai costi», merita un no sulla scheda perché senza dire come, impone un limite ai costi sanitari annuali. Superato il limite, i costi non sarebbero più coperti dalle assicurazioni e i pazienti dovrebbero pagarsi le cure di tasca propria o sperare di trovare ospedali e medici che lavorino gratuitamente. Evidentemente i pazienti molto benestanti potrebbero sempre garantirsi cure di qualità, quelli di reddito modesto, invece, rischierebbero di dover rinunciare a cure necessarie; in questo caso ci troveremmo in una situazione di «medicina a due velocità», finora sconosciuta in Svizzera.

L’iniziativa del Partito socialista «per premi meno onerosi», che prevede di limitare al 10% del reddito i premi di cassa malati, va invece approvata con un sì perché renderebbe più sopportabile per i ceti popolari e per una parte del ceto medio l’assunzione dei costi dell’assicurazione malattia obbligatoria. La parte di premio eccedente il 10% del reddito, se l’iniziativa venisse approvata, sarebbe pagata dalla Confederazione e dai Cantoni. Evidentemente l’onere, per finire, ricadrebbe soprattutto sui contribuenti con redditi elevati.

Un’approvazione popolare dell’iniziativa socialista contribuirebbe a ridurre non solo i premi di cassa malati, ma anche i costi sanitari stessi perché di certo sia la Confederazione che i Cantoni avrebbero tutto l’interesse a finalmente limitare in modo deciso lo spreco di risorse e di soldi in un sistema sanitario che è in gran parte diventato un business che fa gola a molti. È possibile risparmiare e allo stesso tempo garantire la qualità delle cure in vari modi: promozione della medicina di famiglia e della collaborazione tra operatori sanitari (reti di cura), introduzione generalizzata della cartella sanitaria informatizzata, migliore pianificazione della medicina ospedaliera e pianificazione anche di quella ambulatoriale, negoziazione più stretta dei costi dei farmaci (in particolare di quelli nuovi, spesso carissimi), ecc.

Rolando Bardelli, medico di famiglia