Verdi del Ticino esprime la propria preoccupazione per la situazione venutasi a creare all’interno del Tribunale penale cantonale. Dalle informazioni emerse via stampa, sulla situazione sono stati chiamati in causa la Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, il Consiglio della Magistratura – al quale compete il potere disciplinare e di sorveglianza sui magistrati e sulle persone che svolgono funzioni giudiziarie – ed ora anche il Ministero pubblico chiamato a pronunciarsi sulla denuncia nei confronti del Presidente Mauro Ermani.

Confidiamo che gli organi chiamati ad intervenire lo possano fare celermente nel rispetto delle proprie competenze, senza dover attivare l’alta vigilanza del Gran Consiglio, che in questo momento appare prematura.

Ci chiediamo tuttavia se non ci siano gli estremi per attivare la sospensione cautelare ex articolo 82 della Legge sull’organizzazione giudiziaria che il Consiglio della Magistratura può decretare qualora un magistrato fosse oggetto di una procedura penale. Se l’invio della fotografia a sfondo sessuale che il Presidente del Tribunale avrebbe fatto alla sua collaboratrice, risultasse confermato, dopo i precedenti comportamenti già emersi a carico dello stesso Presidente Ermani, ci sembra di poter affermare che vi sono estremi più che giustificati affinché il Consiglio della Magistratura – riservandogli certamente la libertà di giudizio – possa decretare la sospensione cautelare. Un alto magistrato che non sa discernere tra “leggerezza” e “inopportunità” o addirittura “inammissibilità” di un proprio comportamento, non ci sembra al posto giusto per giudicare inopportuni o inammissibili comportamenti altrui.