Costi della sanità: la necessità di una cassa malati equa
Il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), Raffaele De Rosa, lo scorso 11 luglio ha incontrato a Bellinzona la stampa per illustrare due progetti di iniziative cantonali elaborati dal Consiglio di Stato che hanno lo scopo di arginare i costi dei farmaci. Attualmente tali costi costituiscono ben il 22% del totale. La prima iniziativa è intitolata «Per l’obbligo di sostituzione di farmaci intercambiabili», la seconda «Per la riduzione dei prezzi dei farmaci alla scadenza dei brevetti». Entrambe le iniziative, che andranno sottoposte alle Camere federali, vanno nella direzione giusta e sono senz’altro da sostenere.
Nella stessa occasione De Rosa ha ricordato alcuni fattori che in Ticino contribuiscono alla continua crescita dei costi e ha riferito di quanto il DSS sta mettendo in opera per contenerla, in particolare attraverso un maggior controllo dei fornitori di prestazioni.
Per quanto riguarda le casse malati De Rosa ha proposto maggiori controlli a livello federale e l’avvio di uno studio di fattibilità per una cassa unica più efficiente. Quest’ultimo tema è molto sentito nell’area di sinistra, ma non solo perché condiviso da ampie fasce della popolazione. L’UDC cantonale, invece, ha criticato De Rosa per la sua proposta in quanto i costi amministrativi indotti dalle casse malati rappresentano solo il 5% della spesa sanitaria. Non posso condividere la visione dell’UDC per almeno due motivi. Il primo è che il 5% di un totale molto elevato di costi sanitari non è poco e sarebbe buona cosa trovare il modo di ridurlo; per esempio abolendo le spese pubblicitarie delle casse malati e riducendo le spese amministrative indotte dai frequenti cambiamenti di cassa malati da parte degli assicurati. Il secondo motivo è di principio: non è normale né equo che per un’assicurazione generalizzata ed obbligatoria gli assicurati debbano pagare premi anche molto diversi per coprire i costi di prestazioni che sono tariffate esattamente nello stesso modo per tutti.
Non è scontato che un’assicurazione malattia unica e pubblica possa risultare più efficiente ed economica di numerose assicurazioni private (anche se la SUVA sembra essere un buon esempio). Sarebbe però un bel progresso almeno puntare a un premio di cassa malati unico, nel senso di identico per tutti (pur con i dovuti aggiustamenti in funzione dell’età, dei costi sanitari regionali ecc.), anche mantenendo svariate casse malati private.
Rolando Bardelli, medico di famiglia e membro del Comitato cantonale, Verdi del Ticino